Le infusioni con il metodo stamina agli "Spedali Civili" di Brescia non riprenderanno. Il tribunale per il riesame di Torino ha respinto il ricorso presentato da decine di famiglie di pazienti sulle infusioni a cui si è aggiunto anche il ricorso dello stesso Davide Vannoni, padre del metodo stamina. Il ricorso chiedeva il dissequestro delle cellule staminali [VIDEO] e delle apparecchiature che servivano per le infusioni a cui, con ordinanza del PM di Torino Guariniello, erano stati apposti i sigilli nel mese di agosto. Nonostante esistano più di 180 sentenze di Giudici che "ordinano" che le infusioni vengano effettuate sui 180 malati ricorrenti, il pm di Torino ha predisposto il sequestro impedendo, di fatto, che tali infusioni potessero essere effettuate.

Impedendo anche ai 34 bambini già sottoposti ad infusioni di effettuarle.

I familiari dei malati hanno prontamente protestato trovando ingiusto ed illegittimo tale provvedimento in quanto contraddiceva quanto giudicato da altri giudici creando, tra l'altro, un precedente. Alle proteste è seguito immediatamente ricorso con richiesta di dissequestro, ma l'attesa speranzosa dei tanti malati italiani in attesa di infusione perché vincitori di ricorso e di tantissimi altri non ricorrenti, o con ricorso bocciato o in attesa di responso, che vedono in stamina l'unica speranza alle loro malattie o malattie dei loro cari che ad oggi non hanno cure alternative, viene resa vana da un secco no del tribunale di Torino.

Immediata la reazione dei familiari e volontari che dai social network esprimono tutta la loro rabbia e delusione. In alcuni stati si legge: "Avete decretato la morte dei nostri figli"; "Stamina era la nostra unica speranza ad una vita di sofferenze ed una morte dolorosa e prematura!"; "Nessun giudice può sostituirsi a Dio e decidere sulla vita e la morte dei nostri figli!".

I familiari dei malati e i malati stessi lamentano un assenza di giustizia nei confronti di chi chiede solo che venga rispettato il sacrosanto diritto di poter provare il metodo Stamina, non avendo altre alternative di cura e sopratutto si chiedono come mai nessuna commissione scientifica abbia voluto sentire le testimonianze dei familiari dei bambini che hanno potuto usufruire del metodo, e perché gli importanti miglioramenti ottenuti non vengano proprio presi in considerazione?

I familiari chiedono spiegazioni sul come mai tanta fretta da parte del PM di Torino di procedere con i sequestri e di interrompere le infusioni e quindi le "prove" della validità del metodo. Nonostante il no del Tribunale, i malati e le loro famiglie non si sentono sconfitti e annunciano che non si fermeranno finchè il diritto a potersi curare, ma sopratutto il diritto a vivere, non verrà rispettato.