Che il consumo di alcool durante la dolce attesa fosse fonte di danno per il futuro nascituro è cosa risaputa, ma un nuovo studio dimostra come bere alcool durante le prime 3 o 4 settimane di gestazione possa alterare anche il funzionamento di geni coinvolti nello sviluppo cerebrale del bambino.

Lo studio

La ricerca è stata effettuata da un team di ricercatori capitanato dalla dottoressa Nina Kaminen-Ahola, dell'Università di Helsinki, in Finlandia, ed è stato pubblicato sulla rivista Plos One e successivamente ripreso dal sito medicalnewstoday.

Lo studio si è concentrato sugli effetti dannosi dell'alcool sul tessuto cerebrale dei nascituri, ma sono state messe in evidenza alterazioni anche a carico di altri tessuti dell'embrione. Alla base dei problemi di sviluppo, ci sarebbe l'interferenza nell'espressione di determinati geni di alcune cellule staminali embrionali.



Alcune delle alterazioni che sono state da tempo correlate all'uso di alcool da parte delle madri durante la gestazione comprendono una diminuita crescita fetale, disabilità intellettuali e di apprendimento, problemi di memoria, problemi motori e problemi nell'uso del linguaggio.

La dottoressa Kaminen-Ahola specifica però che è sconosciuto il meccanismo attraverso cui questi danni vengano a generarsi a seguito dell'esposizione all'alcool.

I risultati

I risultati principali del recente lavoro finlandese sono focalizzati sull'alterazione dell'epigenoma di una popolazione particolare di cellule staminali, in alcuni embrioni di ratto, durante il loro sviluppo. La regione più colpita è stata quella dell'ippocampo (a livello cerebrale) come diretta conseguenza dei problemi di espressione genica dovuti ai cambiamenti epigenetici.

Inoltre, sono stati individuati altri tessuti il cui sviluppo è stato alterato in seguito all'assunzione di dosi prestabilite di alcool durante la Gravidanza: il midollo osseo e l'epitelio olfattorio. Usando studi di risonanza magnetica sui ratti, una volta divenuti adulti, sono state evidenziate alterazioni anche a carico dei ventricoli cerebrali.

Essendo stati usati modelli animali, non è certo che questo tipo di alterazioni siano riscontrabili anche negli esseri umani, ma di certo lo studio può essere considerato come un campanello di allarme ed un invito alla prudenza per tutte le giovani madri. Bisognerebbe sempre seguire una dieta salutare, specie in gravidanza, e nove mesi di astinenza, in nome della Salute di nostro figlio, non sono poi molti.