Parlare più di due lingue differenti rafforza il cervello. Anche dopo il recupero da un ictus un paziente bilingue è in grado di "rialzarsi", ovvero riabilitarsi, nel minor tempo possibile. Quindi, questa tesi conferma il fatto che chi sa parlare almeno due lingue potrebbe eventualmente essere più intelligente. Ma avere un quoziente intellettivo più alto non basta, quando il cervello in situazioni di recupero post-ictus sembra essere più forte nella ripresa. Si tratta del risultato ottenuto da un gruppo di studiosi del National Institute of Mental Health and Neurosciences di Bangalore, in India, seguito dalla neurologa Suvarna Alladi.

Analizzando il caso di circa 608 pazienti colpiti da ictus, la dottoressa Alladi ha scoperto che, tra i soggetti, soltanto 353 erano bilingue. A fine studio, quest’ultimo campione si è dimostrato più forte nella riabilitazione. Potrebbe trattarsi di una coincidenza ma, nel complesso, questi pazienti assumevano un recupero dal post-ictus migliore rispetto agli altri 255 che parlavano una sola lingua.

La ricerca sui bilingue

“È come se il bilinguismo fosse in grado di proteggere il cervello, a tal punto da allontanare il disturbo - hanno affermato la studiosa indiana e il suo team – in questo modo il cervello diventerebbe più forte”. Ècome se, ogni qualvolta si presentassero situazioni di emergenza, il cervello bilingue fosse in grado di resistere.

Quello che sostiene Suvarna Alladi è che l’attività cerebrale rafforza le proprie connessioni, passando da un idioma all’altro. In questo modo tende a proteggersi anche dalle serie conseguenze che potrebbe comportare l’ictus.

Analizzando per oltre due anni le performances del campione di pazienti rilevato, la studiosa ha scoperto l’esistenza bilingue in 353 soggetti colpiti da un ictus.

Soltanto dopo il loro recupero, la dottoressa ha osservato che i loro comportamenti erano i migliori nel complesso. Dunque, è come se parlare due lingue possa proteggere il cervello, rendendolo più forte e plastico. “Come se l’attività cerebrale tra una lingua e l’altra, avesse più compiti da svolgere”, ha spiegato il presidente della Società italiana di neurologia.Sembrerebbe quindi che il bilinguismo alleni il cervello rafforzandolo, rispondendo in modo migliore ai possibili danni che potrebbero accadere in seguito.

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