Dal momento in cui una donna scopre di aspettare un figlio, le viene naturale iniziare a parlare al pancione che cresce; quasi come se quel bambino fosse già nato. Un istinto naturale che si fortifica maggiormente dalla 16esima settimana di Gravidanzain poi, quando il feto inizia a riconoscere gli stimoli sonori esterni. Poter comunicare con il proprio bambino, per la mamma, è un momento di speciale condivisione. Ma che fare se si passa tanto tempo da sole, e parlare con il proprio pancione sembra un’attività un po’ assurda? In vostro aiuto ci sono i libri e le filastrocche per bambini, un bel modo per far sentire la propria voce e iniziare a creare un contatto con il nascituro.

Perché leggere ad alta voce al pancione fa bene?

A partire dalla 16esima settimana di gestazione, il feto inizia a sviluppare l’udito e, quindi, può già iniziare a riconoscere gli stimoli esterni e addirittura spaventarsi per un rumore improvviso o troppo forte. La voce della mamma, e anche quella del papà, sono invece un vero e proprio toccasana per il feto. Secondo gli scienziati, infatti, parlare al nascituro fa molto bene perché crea il primo vero contatto tra bebé e genitori. Se durante la vostra giornata però, non avete molte occasioni di far sentire la vostra voce, è molto utile leggere dei libri ad alta voce. Innanzitutto ha un effetto calmante sul feto che si rilassa e inoltre, secondo alcuni studi fatti, sembrerebbe che la lettura ad alta voce aiuti il cervello del bimbo a rispondere in maniera corretta agli stimoli sonori.

La lettura, quindi, come anche il consumo di cibi a base di pesce, aiuta molto lo sviluppo cerebrale dei vostri futuri bambini.

Cosa leggere durante la gravidanza?

Non ci sono delle regole precise: potete leggere ciò che più vi piace. Per ora, ovviamente, il piccolo nella vostra pancia non capisce ancora quello che state dicendo, ma riconosce sicuramente il suono della vostra voce.

Ciò che invece è dimostrato è che, se durante la gravidanza la mamma legge ad alta voce sempre la solita filastrocca o canticchia una ninna nanna, il bambino riconoscerà esattamente quella stessa cantilena anche dopo la nascita. Una scelta molto utile per calmare il bambino anche dopo l’arrivo in casa anche se, nella società super tecnologica nella quale viviamo, oramai ci sono "app" un po' per tutto, come quella ideata per capire il motivo del pianto del vostro neonato.