Uno studio della Boston University School of Medicine, che sta circolando in queste ore sul web, ha confermato ancora una volta quanto sia importante svolgere uno stile di vita corretto per scongiurare una patologia molto pericolosa qual è l’ipertensione. Mediante un campione molto ampio composto da 240mila donne di età compresa tra i ventidue e i cinquantacinque anni, hanno evidenziato come un regime alimentare ricco di yogurt, frutta fresca e secca, verdura, fagioli e cereali, riduca il rischio di soffrire di ipertensione perfino del 31%. Fondamentale dunque diventa evitare di svolgere una vita sedentaria, ma anche tenere sotto certi livelli i valori di colesterolo e glicemia, altri fattori che comportano una pressione arteriosa alta.

Di seguito cerchiamo di capirne di più.

Pressione arteriosa: monitorare i valori

Innanzitutto, occorre dire che è una buona abitudine controllare i valori della propria pressione. Certo, non trasformando ciò in un'ossessione, ma semplicemente effettuando un controllo periodico, proporzionato alla propria età ed eventuali patologie. Dopo i vent'anni diventa buona norma controllare la pressione arteriosa almeno una volta l'anno, se i valori si mantengono tra i 120-80. Se invece la pressione massima si mantiene stabilmente tra 120 e 139 mmHg e quelli della minima tra 80 e 89 mmHg, si parla di pre-ipertensione, ovvero di un campanello d’allarme per lo sviluppo dell’ipertensione vera e propria. Si parla invece di ipertensione al primo stadio se i valori sono compresi stabilmente tra 140 e 159 mmHg e tra 90 e 99 mmHg.

Si raggiunge invece il secondo stadio se la massima è uguale o superiore a 160 mmHg e la minima uguale o superiore a 100 mmHg. Abbiamo infine l'ipertensione sistolica isolata quando i valori non superano i 140-90 mmHg1. L'ipertensione arteriosa è molto pericolosa giacché provocare infarto, ictus e problemi cardiovascolari. I quali a loro volta mettono in pericolo anche altri organi, come cervello, reni e occhi.

Sia l’Organizzazione Mondiale della Sanità che il Ministero della Salute definiscono l’ipertensione un “killer silenzioso”. Spesso, infatti, si scopre di avere la pressione alta in occasione di una misurazione occasionale dal proprio medico o in farmacia, senza che qualche sintomo particolare abbia fatto scattare un campanello d’allarme. Nonostante ciò i falsi miti riguardanti i sintomi dell’ipertensione non mancano. Fra quelli più diffusi c’è la convinzione che la pressione alta causi mal di testa, quando, in realtà, sembra che l’ipertensione possa scatenarlo solo durante le cosiddette “crisi ipertensive”, condizioni in cui la massima supera i 180 mmHg o la minima è superiore ai 110 mmHg. Scopri di piùgrazie ai consigli dei medici del Policlinico "A.Gemelli" con l'iniziativa Viaggio al Cuore del Problema, powered by Danacol.

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Posted by Danacol onTuesday, 1 March 2016

Ipertensione: fattori di rischio

Solo nel 5-10% dei casi una pressione arteriosa alta è generata da altre malattie.

In genere però i fattori di rischio sono soprattutto derivanti da uno stile di vita errato: la sedentarietà è tra i primi fattori che favoriscono un aumento della pressione, dato anche l'aumento della massa corporea. Dunque diventa importante svolgere un’adeguata attività fisica, ma anche passeggiare almeno un'oretta al giorno a ritmo sostenuto. Importante poi diventa, come dicevamo nell'incipit, tenere un regime alimentare sano, con poco sale e zuccheri e ricco di frutta e verdura. Ridurre al minimo anche gli alcolici, ed evitare il fumo (attivo e passivo) e condizioni di stress, sono altri passi fondamentali per scongiurare casi di ipertensione. Certo, poi ci sono alcuni fattori purtroppo non modificabili, come quelli genetici, ma anche legati ad età e genere.

Ipertensione: tenere a bada colesterolo e glicemia

Le malattie cardiovascolari hanno anche altri due nemici: colesterolo e glicemia. Quanto al primo, per tenerlo basso bisogna ridurre drasticamente il consumo di acidi grassi saturi, presenti ad esempio in carni grasse e insaccati. Occorre ridurre anche il consumo di formaggi e molluschi. Di contro, importanti diventano altri grassi come gli omega 3, presenti in salmone e tonno, e i grassi contenuti nell'olio extravergine d’oliva. E' bene altresì aumentare il consumo di legumi e frutta, ricchi di fibra. Stesso dicasi per la glicemia, ossia il valore di glucosio nel sangue. I valori glicemici ottimali sono compresi tra i 60 e i 130 mg/dl. Valori di glicemia uguali o superiori a 126 mg/dl sono, secondo l’American Diabetes Association , da considerarsi probabili sintomi di diabete.

Anche per la glicemia vale quanto detto fino ad ora. Salvo fattori genetici, per i quali diventano necessari altri tipi di cure e monitoraggi, è importante avere uno stile di vita corretto. Seguendo un sano regime alimentare ed evitando una vita sedentaria.