Le statistiche parlano chiaro. Ogni anno in Italia si contano più di 135.000 eventi coronarici acuti e, purtroppo, un terzo di essi causano la morte dell'individuo. Non dimentichiamoci, poi, una verità molto importante e cioè che la persona che ha già subìto un infarto corre seri rischi di andare incontro ad un secondo attacco cardiaco che, spesso, risulta fatale.

Colesterolo LDL e rischio infarto: due fattori strettamente legati

La prevenzione è, naturalmente, molto importante: non fumare, svolgere una regolare attività fisica e nutrirsi seguendo una dieta ben equilibrata sono, senz'altro, tre ottimi consigli per allontanare il rischio di infarto.

Ognuno di noi, però, deve prestare particolare attenzione anche al colesterolo: infatti, non tutti sanno che mantenere stabilmente il colesterolo LDL (quello cattivo, tanto per intenderci meglio) sotto la soglia di 70/mg/dL contribuisce a diminuire del venticinque per cento il rischio di contrarre un infarto.

Gli esperti consigliano di mantenere i livelli del colesterolo totale al di sotto dei 200 mg per decilitro (dl) di sangue. Il colesterolo LDL non dovrebbe idealmente superare i 100 mg/dl, anche se sono considerati normali livelli inferiori a 160 mg/dl . Infine, il colesterolo HDL dovrebbe essere uguale o superiore a 50 mg/dl.Il colesterolo totale è considerato “moderatamente alto” quando le sue concentrazioni ematiche sono incluse tra 200 e 239 mg/dl e “alto” quando raggiungono o superano i 240 mg/dl. La concentrazione di colesterolo LDL è invece considerata “quasi ottimale” per valori compresi tra 100 e 129 mg/dl, “moderatamente alta” per valori tra 130 e 159 mg/dl, “alta” se compresa tra 160 e 189 mg/dl e “molto alta” se raggiunge o supera i 190 mg/dl. Il colesterolo HDL è considerato “basso” quando le sue concentrazioni ematiche scendono al di sotto dei 40 mg/dl e “alto” quando sono uguali o superiori a 60 mg/dl. Scopri di più grazie ai consigli del medici del Policlinico "A. Gemelli" nell'iniziativa Viaggio al Cuore del Problema, powered by Danacol.

Manteniamo basso il livello del colesterolo cattivo con il bergamotto

A questo proposito, vorremo segnalare un articolopubblicato sulla rivista scientifica 'International Journal of Cardiology', all'interno del quale si esaltavano le qualità benefiche di un agrume, il bergamotto: infatti, secondo uno studio condotto da ricercatori italiani dell'Università Magna Graecia di Catanzaro, tra le innumerevoli proprietà di questo frutto ci sarebbe anche quella di ridurre il colesterolo LDL.

Non solo. Il bergamotto aiuterebbe anche ad innalzare i valori del colesterolo HDL.

L'esperimento ha riguardato 237 pazienti che, per un mese intero, hanno consumato un frutto al giorno: in media, il livello di colesterolo LDL, al termine del test, era diminuito del 38 per cento, una percentuale davvero considerevole e significativa.

Ricordiamo, infine, la campagna 'Amico del cuore - Dopo l'infarto il colesterolo conta', promossa dalla Fondazione 'per il tuo cuore' insieme all'ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) e Conacuore Onlus: lo scopo è quello di sensibilizzare l'importanza di mantenere bassi i livelli del colesterolo cattivo quale importante fattore di prevenzione infarto.