Confermato sulla rivista New England Journal of Medicine, pubblicazione fatta dai ricercatori del Centers for Disease Control and Prevention (Cdc). Tom Frieden,direttore del Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, (Atlanta) conferma il sospetto sollevato nei mesi passati sulla relazione tra il virus Zika, inoculato dal vettore zanzara Aedes Aegypti, e la Microcefalia: nascite con uno sviluppo deficitario anormale della circonferenza della testa, che dovrebbe avere 34 centimetri di circonferenza. Il virus Zika è stato isolato già nel 1947 in Uganda, di norma causa sintomi lievi in chi si ammala, ma si sono verificati anche dei casi più gravi.

Nell'epidemia recente il problema è l'infezione in gravidanza, il Brasileresta il più colpito dalla malattia, con la nascita di 1.113 casi di neonati affetti da microcefalia, 346 i casi confermati in territorio continentale USA.

Lo studio

La conferma di teratogenicità arriva dopo aver valutato tutti i dati finora disponibili, analizzando lo sviluppo anormale del feto durante la gravidanza che ha dato luogo a nascite che presentano i gravi difetti congeniti. Teratogena è l'infezione o la sostanza responsabile di provocare malformazioni nei feti se la madre è esposta ad essa durante la gravidanza oppure nel periodo precedente. Il legame è dimostrato primariamente dalla causa - effetto, cioè si è manifestata un'epidemia da Zika virus nei periodi precedenti in cui sono nati molti bambini malformati, quindi una corrispondenza del tempo, in secondo luogo la malformazione è presente nei feti nati da madri che hanno subito l'infezione; come dichiarato dai ricercatori la conferma non rispetta totalmente i criteri richiesti per dichiarare Zika virus teratogeno, perché non si sono ancora conclusi gli esperimenti sul modello animale.

Sitratta della prima volta che attraverso una puntura di zanzara un virus causi delle malformazioni alla nascita umana.

I ricercatori

Tom Frieden, direttore CDC, riferisce che questo studio segna un punto di svolta nella indagine su Zika e afferma che "è ormai chiaro che il virus provoca la microcefalia". Sonja Rasmussen, ricercatrice, conferma che esiste uno schema ricorrente dei difetti nei bambini esposti a Zika nell'utero, inoltre è stata rinvenuta la presenza del virus analizzando il tessuto cerebrale dei neonati morti con microcefalia.Lericerche in corso suggeriscono che il rischio maggiore si correrebbe nei primi tre mesi di gravidanza.Da approfondire rimane quanto spesso questi difetti si verificano nei feti esposti e quali sono precisamente le fasi della gravidanza più a rischio, capita infatti che una parte dei bambini nati sono all'apparenza normali, anche se sono stati esposti al virus.

Mentre si sta cercando di sviluppare il vaccino, al Cdc si indaga anche se questa infezione aumenti la probabilità di sviluppare la sindrome Guillain-Barre, una malattia neurologica che si manifesta a seguito di una infezione da Zika,precedente anche di tre mesi, che da origine all'attacco al sistema nervoso da parte del nostro sistema immunitario; la malattia si cura in terapia intensiva nel 25% dei colpiti e può portare alla morte nel 3,5% dei casi.

Bruce Aylward dell’Oms spiega che è necessario controllare il vettore zanzara e concentrare gli sforzi per lo sviluppo di un vaccino, inoltre non è sbagliato precauzionalmente intensificare i messaggi di prevenzione sui potenziali rischi di malformazione che derivano dall'infezione.Il Cdc consiglia alle donne in gravidanza di non recarsi in particolare in America Latina e nei Caraibi dove il virus si sta diffondendo, inoltre importante sapere che il virus si può trasmettere attraverso il contatto sessuale.