La fibromialgia è una delle malattie reumatiche più frequentiche colpisce l’apparato muscolo scheletrico. Sono le donne, geneticamente predisposte, ad essere maggiormente colpite, tra i 30 e i 35 anni, in seguito a stress psicologico, infezioni o interventi chirurgici.La causa dell’amplificazione delle sensazioni dolorose è sconosciuta, ma le abitudini alimentari e il tipo di dieta possono migliorare i sintomi della malattia.

Una ricerca recente, pubblicata in Aprile 2016, condotta presso l’Hospital das Clinicas/UFPR, Curitiba, Brasile, su donne con fibromialgia, ha dimostrato che sussiste una carenza significativa di alcuni micronutrienti ad azione antiossidante, rispetto alle donne sane.L’introduzione di una dieta ricca di frutta e ortaggi che apporta vitamine A, E, B12, folato, e minerali (selenio, calcio e ferro), è stata in grado di migliorare i sintomi della fibromialgia.

L’azione vasodilatatoria degli antiossidanti favorisce l’irrorazione dei muscoli, migliorando il dolore, causato da una disregolazione vasomotoria e ipoperfusione muscolare (minore vascolarizzazione).

Fibromialgia

Circa 2 milioni di persone in Italia ne sono affette.Secondo i criteri di classificazione dell’American College of Rheumatology, la sindrome viene definita da due variabili: dolore bilaterale sopra e sotto la vita più dolore cronico molto diffuso, della durata superiore ai tre mesi; dolore alla palpazione di almeno 11 di 18 siti muscolari specifici nel corpo, noti come “tender points”.

Oltre al dolore, i pazienti presentano disturbi del sonno, depressione, mal di testa, vertigini, fatica, rigidità articolare al mattino, senso di ritenzione idrica, disordini gastrointestinali.Nella patogenesi della malattia vengono coinvolti, dunque, entrambi l’asse ipotalamo-ipofisi-surreni ed il sistema nervoso autonomo.

Lo studio

Sono state reclutate donne con fibromialgia (44) e senza (43), in età compresa tra 18 e 60 anni presso l’Ospedale Brasiliano di Curitiba. Sono stati registrati i parametri antropometrici ed il tipo di alimentazione seguita da entrambi i gruppi.

Non sono state riscontrate differenze significative nel BMI (indice di massa corporea), ma l’apporto di alcuni micronutrienti è risultato significativamente più basso nei pazienti malati: vitamine A, E, B12, folato, selenio, calcio e ferro.

Una dieta prevalentemente vegetariana, con un basso contenuto di proteine e grassi, livelli elevati di frutta e ortaggi, contenenti fibre, vitamina C, beta carotene, minerali (magnesio, potassio, zinco, selenio) e antiossidanti, è stata capace di alleviare alcuni sintomi. Micronutrienti come calcio e magnesio aiutano a produrre impulsi nervosi nelle contrazioni muscolarI.È stato suggerito anche di ridurre il consumo di zucchero, sale, grassi e alcol per evitare la comparsa di altre malattie croniche e per prevenire il sovrappeso.