A Okinawa il 21% della popolazione è ultracentenaria ed è tuttora oggetto di studio degli scienziati.Il gruppo di ricerca del Department of Clinical Sciences, Division of Internal Medicine della Lund Universit y in Svezia ha dimostrato che una dieta basata sull’alimentazione di Okinawa (isola a sud del Giappone), seguita per 3 mesi presso una città scandinava, è stata in grado di diminuire in modo significativo i livelli di colesterolo totale eLDL, i trigliceridi, il glucosio, la circonferenza addominale, l’indice di massa corporea, la pressione arteriosa, i livelli di cortisolo (ormone dello stress) e di migliorare l’insulino-sensibilità.I pazienti con diabete di tipo 2 hanno riscontrato effetti benefici già dopo due settimane di metodo nutrizionale, indipendentemente dall’inserimento di esercizio fisico.

Si è trattato di una dieta pesco-vegetariana, ossia principalmente basata sul consumo di pesce (ricco di omega 3), frutta e verdura (contenenti vitamine e sali minerali), frutti di bosco, legumi, soprattutto soia, spezie come la curcuma (potente antiossidante), cereali integrali e semi oleosi; povera invece, di derivati del latte, carne rossa, uova, sale e zucchero.Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Food Nutrition Research, in settembre 2016.

Okinawa, caratteristiche della dieta

Gli abitanti hanno una durata di vita media di 81 anni, praticamente la più alta del mondo, e nessuno è in sovrappeso.La caratteristica principale dell’alimentazione di quest’isola è il consumo di cibi a basso indice glicemico,ricchi di fibre che aumentano la sazietà, e antiossidanti che contrastano i radicali liberi.Gli studi epidemiologici e clinici hanno rivelato che le diete a basso indice glicemico sono associate ad una riduzione del rischio del diabete di tipo 2, delle malattie cardiovascolari e dell’obesità; queste osservazioni potrebbero spiegare il motivo della longevità della popolazione dell’isola.

Sia che il nemico da combattere sia la glicemia sia che si tratti del colesterolo, è importante fare attenzione a ciò che si porta a tavola. I principi da seguire sono fondamentalmente quelli validi per chiunque voglia mantenersi in salute: mangiare molta frutta e verdura, assumere carboidrati da fonti ricche di fibre (come i cereali integrali e i legumi) e alternare il consumo di carne (meglio se magra, come il pollo) a quello del pesce, dei latticini e delle uova. Scopri di più grazie ai consigli del medici del Policlinico "A. Gemelli" nell'iniziativa Viaggio al Cuore del Problema, powered by Danacol.

Studio clinico

Sono stati reclutati 30 pazienti con diabete di tipo 2, di età compresa tra 18 e 70 anni, ai quali è stata fatta seguire ladieta Okinawa adattata alle abitudini scandinave; al termine del trattamento durato 12 settimane, i pazienti sono stati osservati per altre 16 settimane (follow-up).I soggetti sono stati sottoposti ad una valutazione periodica dei parametri antropometrici (peso corpo, circonferenza addominale, BMI ossia indice di massa corporea) e metabolici, nel sangue e nelle urine.

Hanno consumato 3 pasti al giorno (colazione, pranzo e cena), intervallati da 2 spuntini (vari tipi di frutta, frutti di bosco e semi oleosi come noci, mandorle, anacardi, semi di girasole, di zucca, di lino e di sesamo).In particolare, pesce (salmone, merluzzo, passera di mare, sgombro, aringhe, e gamberetti); ortaggi (rutabaga, pastinaca, sedano, barbabietole, carciofi, cipolla, porro, aglio, cavolo, cavolfiore, broccoli, zucca, melanzane, finocchi, spinaci, insalata, pomodoro, peperoni, cetrioli, funghi, e asparagi); legumi (soia, fagioli bianchi e neri, lenticchie); cereali (fiocchi d'avena, segale, avena, orzo, miglio, crusca di avena, quinoa); dolci (dessert al cioccolato fondente al 70%, tartufi di soia, fiocchi di cocco, zenzero e prugne secche, pere, ogni tanto miele); l’assunzione di bevande alcoliche è stata limitata a 30 g di alcol/settimana (ossia ½ litro di birra o 300 mL di vino o 1 bicchierino di liquore).