Nuove speranze nella lotta all'AIDS arrivano dal Regno Unito: il virus dell'hiv sembra infatti essere sparito dal sangue di uno dei soggetti coinvolti nel trial di una nuova terapia che prevede l'utilizzo dei farmaci antiretrovirali con un medicinale finora utilizzato ad altro scopo. Per quanto i risultati siano più che incoraggianti, ad ogni modo gli scienziati coinvolti predicano prudenza, precisando come questa ricerca sia ancora ad una fase preliminare e che servirà quindi del tempo prima che questo approccio possa essere trasformato in una vera e propria terapia.

Ma andiamo con ordine.

L'importanza degli antiretrovirali

I trial in questione prendono di mira l'HIV, il virus responsabile dell'insorgere dell'AIDS. Gli scienziatidi cinque delle più prestigiose università britanniche hanno sviluppato una terapia che, come già normalmente avviene nei pazienti sieropositivi, si basa sugli antiretrovirali. Questi ultimi sono dei farmaci capaci di bloccare la riproduzione del virus, ma non di eliminarlo: questo significa che i pazienti devono continuare ad assumerli per tutta la vita. Gli antiretrovirali sono però in grado di combattere solamente contro le cellule che, dopo essere state colpite dal virus, restano attive. In molti casi le cellule infette rimangono però inattive, il che significa che una "riserva" di HIV resta comunque all'interno del corpo.

Necessario 'risvegliare' le cellule infette dormienti

Per questo motivo, la tecnica inglese si basa su un approccio che potrebbe sembrare contro-intuitivo: risvegliare le cellule infette e dormienti in modo che possano essere prese di mira sia dagli antiretrovirali che da un vaccino mirato ad insegnare al corpo a combattere l'infezione.

Questo è stato realizzato somministrando delVorinostat, un farmaco attualmente utilizzato per il trattamento di uno specifico tipo di linfoma.

Presto per parlare di guarigione, ma i risultati sono incoraggianti

Questa tecnica è stata utilizzata su 50 pazienti nel corso dei trial: i risultati hanno mostrato come uno dei soggetti, uno uomo inglese di 44 anni, non abbia più alcuna traccia del virus dell'HIV nel proprio sangue.

È giusto precisare molto chiaramente come questo non significhi assolutamente che il paziente sia "guarito": saranno infatti necessari svariati anni nei quali l'uomo dovrà essere tenuto sotto controllo, proseguendo in ogni caso la terapia antiretrovirale. Ad ogni modo, quanto ottenuto è certamente molto incoraggiante: esiste la concreta possibilità che u giorno si possa guardare a questa ricerca come ad un punto di svolta decisivonella lotta contro HIV e AIDS.

'Ancora molta strada da fare'

"[Questa terapia] ha funzionato in laboratorio, ci sono buone evidenze che funzionerà anche negli esseri umani, ma è necessariosottolineare come ci sia ancora molta strada da fare prima diuna reale terapia", ha commentato Sarah Fidler dell'Imperial College London, una delle ricercatrici coinvolte in questi importanti esperimenti.

"Continueremo con i test medici nei prossimi cinque anni: per oranon stiamo raccomandando di fermarsi con le terapie antiretrovirali. Comunque sia nel futuro,basandosi sui risultatidei test, sarà possibileesplorare questa possibilità".