La diffidenza dilagante nei confronti dei vaccinista portando in Italia un fenomeno allarmante: sono sempre meno i bambini vaccinati. I genitori, infatti, sono sempre più scettici nei confronti dei vaccini, temendo che essi possano provocare danni permanenti ai loro figli anziché benefici. Su tutti, il timore principale che sta circolando è che i bambini vaccinati possano diventare autistici. E così, secondo i dati pubblicati dal Ministero della Salute, lo scorso anno i bambini vaccinati contro patologie quali poliomelite, tetano, difterite, epatite B, pertosse e Hib, sono risultati essere il 93,4%.

Pertanto, sette bambini su cento non risultano vaccinati. E la cosa che fa più temere è che il trend è in crescita, dato che nei tre anni precedenti si parlava di novantasei, novantacinque e novantaquattro percento. Ciò sta portando a conseguenze allarmanti. Ecco quali.

Bambini vaccinati in calo, le differenze tra le regioni

Come in tante altre cose, anche nel campo delle vaccinazioni esistono importanti differenze tra le regioni: solo sei tra queste varcano il 95% della soglia dei bambini vaccinati (nella fattispecie, contro la polio),mentre ben undici non superano neppure il dato medio nazionale del 94 percento. Ciò significa che l’Italia è sotto la soglia nazionale del 95% raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità, la quale indica una sostanziale immunità di popolazione.

Il rischio è che alcune malattie possano tornare ad essere epidemiche, mentre altre potrebbero comparire per la prima volta nel nostro Paese e diffondersi facilmente.

Pochi bambini vaccinati, preoccupano morbillo e rosolia

A preoccupare seriamente sono due malattie su tutte: morbillo e rosolia, le cui vaccinazioni hanno perso un appeal di addirittura cinque puntipercentualia partire dal 2013.

Siamo infatti passati dal 90,4% all’85,3% lo scorso anno. E sicuramente quest’anno non è andata meglio. Il Ministero della salute sta attivando varie campagne in favore dei vaccini contro morbillo e rosolia, ma anche contro altre malattie che colpiscono soprattutto i bambini, eche in età adulta possono avere conseguenze molto più gravi.