È stata l’Organizzazione Mondiale per la sanitàa dichiarare che, molto presto, l'essere "single" potrebbe essere accostato ad una"disabilità". Piano con le polemiche però, perché questa uscita apparentemente scandalosa e discriminatoria porta con sé, in realtà, una proposta più che onorevole.

Il fatto di non avere un partner sessuale potrebbe, infatti, essere sufficiente per classificare le persone come "infertili", e grazie a questa definizione (per quanto estrema) si potrebbe avere accesso a trattamenti come lafecondazione assistita- che si tratti di uomini o donne - indipendentemente dal loro orientamento sessuale.

Dunque la fecondazione in vitro non sarebbe più solo un privilegio per le coppie (sposate), ma per un numero molto più ampio di persone.

Questa motivazione giustificherebbe l'utilizzo del termine "disabile" accostato allo status di "single", anche se le polemiche non sono di certo mancate. Secondo questa accezione, il "disabile" sarebbe colui che non è in grado di procreare, o colei che non è riuscita ad avere una gravidanza dopo un anno di tentativi naturali. Inoltre, in questa categoria verrebbero inseriti anche tutti coloro chenon hanno trovato un compagnoe, per questo, non hanno rapporti sessuali che gli consentano di procreare.

Uno dei promotori di questa "ridefinizione" è il dottor David Adamson, il cui obiettivo è quello di dare a tutti il diritto a crearsi una famiglia, indipendentemente dal proprio status sentimentale: "Si tratta di un enorme cambiamento - sostiene Adamson - perché si tratta di dare una maggior inclusione a quei soggetti che necessitano di questi trattamenti ma che, ad oggi, non possono usufruirne in quanto single".

Questo cambiamento, se confermato, riguarderài Paesi che aderiscono all'OMS: sarà interessante vedere se la proposta avrà un seguito e quali saranno gli effetti sociali e le ripercussioni etiche. Di certo non mancheranno le polemiche, considerando che qualcuno ha già iniziato a chiedersi (con disappunto) quando arriverà il momento della creazione di bambini in laboratorio secondo caratteristiche ben precise. Per altri, invece, ci si troverebbe di fronte ad una democratizzazione della genitorialità. E voi come la pensate?