I ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, per la precisione gli studenti di Biorobotica e Bioingegneria Industriale, insieme ai colleghi dell’università di Tubinga, in Germania, hanno dato vita ad un sistema che permette ai quadriplegici di tornare a compiere alcuni movimenti basilari della mano grazie ad un esoscheletro indossabile. Questo supporto che può essere comandato grazie agli impulsi che partono da una cuffia posizionata sulla testa dell’utente, potrebbe diventare una vera rivoluzione nelle vite di chi non riesce a compiere gesti quotidiani come afferrare un bicchiere o impugnare una forchetta.

Ripristinare le abilità che le lesioni hanno azzerato

Quando il midollo spinale viene compromesso da lesioni importanti, le capacità motorie della persona danneggiata vengono completamente perse: si parla in questo caso di quadriplegia o tetraplegia, situazioni che colpiscono una persona su dieci mila. Le lesioni (interne) in questo modo vengono aggirate attraverso un ripristino (dall’esterno) del circuito che la paralisi aveva interrotto danneggiandolo, il tutto in modo non invasivo (niente operazioni durante le quali vengono impiantate nel cervello delle protesi per controllare arti meccanici).

La struttura dell’esoscheletro

Si tratta di due componenti esterni, portatili e alimentati a batteria: una cuffia posizionata sulla testa che trasmette le intenzioni dell’utente grazie ad alcuni elettrodi, traducendo l’attività cerebrale (e il movimento oculare) in comandi rivolti all’esoscheletro, che si occuperà quindi di convertirli e trasformarli in azioni vere e proprie grazie ad un tablet che ottiene questi input in modo wireless.

Il lavoro dei ricercatori italiani è stato fondamentale soprattutto per lo sviluppo della mano robotica, dato che le competenze e l’esperienza accumulata in materia di esoscheletri è tipica della Scuola Superiore Sant'Anna (non solo per arti superiori ma anche per quelli inferiori).

I test di oggi e una nuova speranza

Ad oggi questa protesi è stata testata solamente su sei pazienti quadriplegici che hanno subito lesioni del midollo spinale al livello cervicale: in una decina di minuti sono stati in grado di svolgere azioni impossibili come appunto afferrare un foglio e firmarlo, o mangiare uno spuntino.

La speranza è quella di migliorare il sistema realizzando prototipi più semplici da utilizzare e indossare, migliorandone la portabilità e l’utilizzo quotidiano, per poi estendere l’utilizzo a chi ha perso buona parte della sua autonomia.