Anche nel 2016, nell'anno che stiamo per salutare, le neuroscienze hanno compiuto passi da gigante e hanno fornito nuove conoscenze e nuove armi alla medicina. Di seguito troverete quattro delle più importanti notizie riguardanti la ricerca neuroscientifica e provenienti da studi condotti sull'essere umano nel 2016.

Genetica e neurobiologia della schizofrenia

Le cause della schizofrenia sono, senza ombra di dubbio, di natura genetica ed essa è, dunque, una malattia psichiatrica ereditabile. Le anomalie più diffuse tra i pazienti schizofrenici sono a carico dei geni che codificano per alcune proteine del complemento, il ramo più primitivo del sistema immunitario.

Tuttavia, i meccanismi che collegano i difetti genetici ai deficit neurobiologici sono sostanzialmente sconosciuti.

Uno studio pubblicato in febbraio su Nature dai neuroscienziati di Harvard svela per la prima volta questo legame. Secondo i ricercatori americani durante lo sviluppo cerebrale, anche dopo la nascita, i neuroni dei pazienti che svilupperanno la schizofrenia esprimono la proteina C4 del complemento in quantità abnormi. Questo porterebbe all'eccessiva eliminazione delle sinapsi e all'impoverimento dei circuiti nervosi tipico della schizofrenia.

Anticorpi contro l'Alzheimer

Il morbo di Alzheimer è caratterizzato dall'accumulo anomalo di placche proteiche, dette placche amiloidi, che interferiscono con la comunicazione tra i neuroni, fino a spegnerla.

Ricercatori americani e svizzeri sono riusciti a produrre un anticorpo monoclonale umano diretto verso le placche amiloidi.

L'anticorpo si chiama aducanumab e la sua somministrazione intravenosa, per un anno, in pazienti con forme iniziali o lievi di morbo di Alzheimer, si è rivelata capace di far arretrare le placche amiloidi e rallentare la progressione del morbo.

Lo studio è stato pubblicato su Nature e rappresenta una pietra miliare nella lotta all'Alzheimer.

I neuroni migrano ancora dopo la nascita

Fino ad oggi si è ritenuto che la migrazione di neuroni tipica del cervello umano in via di sviluppo avvenisse unicamente prima della nascita. In realtà, diversi studi hanno osservato come il cervello appena nato contenga cellule staminali nervose in gran numero, ma di cui era sconosciuta la funzione.

Grazie ad analisi immunoistochimiche e di risonanza magnetica funzionale applicate a campioni di tessuto cerebrale provenienti dalla Pediatric Brain Tissue Bank, un gruppo di ricercatori americani ha scoperto che quelle giovani cellule migrano verso il lobo frontale anche dopo la nascita dove si trasformano in neuroni maturi.

La scoperta, pubblicata su Science, potrebbe avere un impatto enorme nella comprensione dei meccanismi alla base dei disturbi dello sviluppo cerebrale come l'epilessia, l'autismo o la schizofrenia.

Un nuovo farmaco contro la sclerosi multipla

Due studi pubblicati sul New England Journal of Medicine, frutto di due ampi protocolli clinici chiamati ORATORIO e OPERA hanno verificato l'efficacia del ocrelizumab nella sclerosi multipla.

Il nuovo farmaco, a base di anticorpi monoclonali mirati a spegnere i linfociti B autoimmuni diretti contro la mielina, si è rivelato più efficace del placebo e dell'interferone Beta-1a nel controllare i sintomi e i segni della sclerosi multipla di tipo remittente-recidivante e progressiva primaria e nel far arretrare le lesioni cerebrali dovute alla malattia.

OPERA e ORATORIO, entrambi studi clinici di fase III, dimostrano il ruolo fondamentale dei linfociti di tipo B nella progressione della sclerosi multipla. Il farmaco, ora al vaglio della Food and Drug Administration statunitense e dell'Agenzia Europea per i Medicinali, in futuro potrà contribuire a bloccare o rallentare la progressione della sclerosi multipla nelle sue fasi più precoci.