Secondo l'ultimo studio pubblicato su Applied and Environmental Microbiology da dei ricercatori della Rutgers University del New Jersey, il cibo una volta caduto a terra impiegherebbe meno di un secondo per essere contaminato. Con in nuovo studio, gli scienziati del New Jersey hanno innanzitutto sfatato il mito dei "5 secondi" di non contaminazione per il cibo caduto a terra.

Possibili contaminazioni

I ricercatori hanno preso in esame 128 tipi differenti di possibili contaminazioni con il batterio Enterobacter Aerogenes, riuscendo a tenere conto di alcune variabili come ad esempio:

  • Quattro tipi diversi di superficie: moquette, parquet, ceramica ed acciaio;
  • Quattro diversi alimenti: burro con pane, cocomero, caramelle, pane;
  • Quattro tempi di contatto: meno di 1 secondo, 5, 30, 300 secondi;
  • Due differenti terreni dove far crescere i batteri.

Il risultato è stato davvero eclatante, visto che è stato dimostrato che la contaminazione di un cibo non dipende esclusivamente dal tempo di contatto.

Anche il tipo di cibo e la superficie su cui cade infatti, fanno parte della rapidità della contaminazione del cibo. Per alcuni tipi di esperimenti di contaminazione, un cibo caduto a terra impiega solamente mezzo secondo per essere invaso da batteri non salutari per il nostro organismo.

Batteri invisibili

Non è raro che le persone sciacquino un cibo sotto l'acqua dopo essere caduto a terra in casa, o che una mamma pulisca il ciuccio caduto a terra del proprio bambino con la bocca, ma questo non vuol dire che questi comportamenti siano regolari. Al contrario sono spesso frutto di inconsapevolezza visto che, dietro a quella facile pulizia, molte persone non sanno quanti batteri rimangono insidiosamente impregnati nei cibi.

Per assurdo una patatina che ci cade su di un tavolo abbastanza pulito è meno dannosa di una che cade su un pavimento. Così come una caramella dura, se cade a terra, sarà potenzialmente meno dannosa rispetto ad una fetta di formaggio, un pezzo di pane imburrato o un pomodoro.