Gli agenti farmacologici rimangono il trattamento standard per la cura della dislipidemia e dell’ipertensione, ma, a causa dei problemi legati agli effetti collaterali, si intensifica la ricerca di piante contenenti sostanze bioattive in grado di gestire le malattie croniche.

Una sperimentazione condotta su pazienti diabetici di tipo 2 con dislipidemia e ipertensione, quindi ad alto rischio di complicazioni vascolari, ha dimostrato che la somministrazione giornaliera di Nigella sativa (cosiddetto cumino nero) per un anno, ha diminuito in modo significativo il colesterolo totale e LDL (a bassa densità), oltre alla pressione arteriosa.

Alla base dei meccanismi di azione c’è l’aumento dell’efficienza delle cellule epatiche nel rimuovere l’LDL dal circolo sanguigno, mediante incremento dei recettori dell’LDL nel fegato; l’inibizione dell’enzima HMG-CoA reduttasi (coinvolto nella sintesi del colesterolo), il blocco dei canali del calcio, conseguente diuresi e ipotensione.

Lo studio è stato condotto presso il Department of Physiology, College of Medicine, University of Dammam, Arabia Saudita, e pubblicato su Annals Saudi Medicine, nel febbraio 2017.

Azione della Nigella sativa

Le piante medicinali sono spesso più economiche, localmente disponibili e facilmente consumabili come preparazioni grezze. In linea con questo concetto N.

sativa, pianta erbacea comunemente nota per i suoi semi neri grezzi, o come olio, viene utilizzata da anni in molti paesi asiatici e del medio oriente, sia come spezia e conservante di alimenti, che come rimedio della medicina tradizionale, per il trattamento di numerosi disordini.

E’ stato osservato che gli effetti ipolipidemici e ipotensivi dei suoi semi in polvere non sono dovuti ad un solo componente, ma ad un’azione sinergica di diversi costituenti a potente azione antiossidante, scavenger (spazzino) di varie specie radicali dell’ossigeno (timoquinone, migellamina, fibre solubili, steroli, flavonoidi, acidi grassi polinsaturi, aminoacidi essenziali, vitamine e sali minerali).

Lo studio

Il diabete mellito si associa a fattori di rischio delle malattie cardiovascolari (dislipidemia, ipertensione, obesità); in particolare la dislipidemia diabetica (alterazione dei livelli dei lipidi e delle lipoproteine) è caratterizzata da un aumento dei trigliceridi, del colesterolo LDL e da una riduzione del colesterolo HDL.

Nella sperimentazione, pubblicata a febbraio 2017, i pazienti diabetici, già sotto cura con ipoglicemizzanti, sono stati suddivisi in due gruppi: 57 hanno ricevuto 2 grammi al giorno di N. sativa (sotto forma di capsule da 500 mg), per 1 anno, altri 57 solo placebo.

I soggetti sono stati sottoposti ad analisi ogni tre mesi, per monitorare i livelli dei lipidi (trigliceridi, colesterolo totale, a bassa densità - LDL - e ad alta intensità – HDL-) e la pressione sanguigna sistolica, diastolica e media arteriosa.

Nel gruppo che ha ricevuto N. sativa è stata osservata una riduzione significativa dell’LDL e del colesterolo totale dopo 3 mesi di trattamento, e della pressione arteriosa diastolica dopo 9 mesi; non sono stati rilevati, invece, miglioramenti nei parametri metabolici del gruppo di controllo.