L'olio di palma è uno dei tanti ingredienti presenti in molti prodotti confezionati di largo consumo quali biscotti, merendine, cereali, creme spalmabili ma anche in prodotti per l'infanzia come il latte di proseguimento. Negli ultimi anni questo tipo di olio vegetale è stato messo sotto accusa perché ritenuto nocivo per la salute dei consumatori.

Di recente il Jecfa, il comitato congiunto FAO/OSM sugli additivi alimentari, ha sottolineato la pericolosità dei contaminanti, sostanze altamente cancerogene, prodotte a seguito dei processi di raffinazione dell'olio oggetto del dibattimento.

Per fare chiarezza sulla questione è necessario spiegare cos'è l'olio di palma.

Cos'è e dove viene impiegato.

L'#olio di palma è un olio vegetale non idrogenato che si ottiene dall'Elaeis guineensis, una pianta che attualmente viene coltivata in Africa, suo paese originario, ma anche in Malesia e in Indonesia. Parlare soltanto di olio di palma è puramente riduttivo perché, in realtà, esistono tre varianti: grezzo, palmisto e raffinato.

L'olio di palma grezzo viene prodotto dai frutti della palma. L'elevata concentrazione di carotenoidi gli consente di preservare il caratteristico colore arancio rosso. La sua consistenza è semi-solida e questo è dovuto all'elevata presenza di acidi grassi saturi, che di solito compaiono nelle carni e nei grassi animali.

Inoltre contiene antiossidanti e vitamina E che mitigano gli effetti degli acidi citati.

L'olio di palmisto si ricava dai semi della pianta. Anch'esso ha una consistenza semi-solida ma, rispetto alla variante grezza, ha un colore bianco perché non contiene carotenoidi.

L'olio di palma raffinato, noto anche come bifrazionato, si ottiene dal duplice processo di bifrazionamento e di raffinazione che lo riducono allo stato liquido.

In questa fase l'olio perde gli antiossidanti, che erano presenti nello stato grezzo, lasciando inalterati gli acidi grassi saturi.

Delle tre varianti sopra citate soltanto quello raffinato viene impiegato nelle industrie alimentari per friggere i cibi e nella preparazione di prodotti confezionati come merendine, biscotti, creme spalmabili, cereali, gelati, latte di proseguimento e tanto altro ancora.

Il motivo? In realtà esistono diverse ragioni: è un ottimo conservante perché non si deteriora in presenza di fonti di calore quali il sole; è altamente digeribile; è incolore, insapore ma soprattutto economico.

L'allarme del Jecfa

Nel corso degli anni sono stati fatti numerosi studi che hanno rilevato la pericolosità dell'olio in questione. In particolare è stato accertato che l'olio di palma raffinato è nocivo per la nostra salute a causa dell'elevata presenza di acidi grassi saturi, responsabili dell'innalzamento del colesterolo e della comparsa di problemi cardiovascolari. Inoltre recenti studi portati avanti dal Jecfa, supportati dall' Efsa (European Food Safety Authority - Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), hanno portato alla rivalutazione del grado di tossicità dei contaminanti 3-MCPD e dei suoi esteri ponendo l'attenzione sui GE (glicidil esteri) che, come si è già detto, sono sostanze genotossiche e cancerogene.

Secondo gli esperti è impossibile stabilire il livello di tollerabilità dei GE proprio perché si tratta di sostanze tossiche. Anche il 3-MCPD è stato riconosciuto cancerogeno ma, almeno per il momento, è stato stabilito un livello di tollerabilità pari a 4 ug/kg che è comunque eccessivo rispetto a quello stabilito dall'Efsa pari a 0,8 ug/kg.

Nonostante i pareri discordanti sulle sostanze in questione, entrambe le istituzioni pongono l'accento sulla gravità del problema che riguarda soprattutto i lattanti alimentati esclusivamente con il latte in polvere ma non solo perché anche i bambini e gli adolescenti che consumano prodotti dolciari confezionati, tra l'altro responsabili dell'obesità minorile, sono a rischio.