L'incapacità forzata dei pazienti del tutto paralizzati, ma coscienti, di comunicare con il resto del mondo trasmette un senso di tristezza indicibile. Per cercare di superare questo problema sono state effettuate delle prove per andare incontro all'esigenza degli sfortunati degenti, con degli apparecchi che collegano il cervello ad un computer, ma fino ad ora con risultati non del tutto soddisfacenti. Ma presto le cose potrebbero cambiare.

Un nuovo dispositivo che lascia ben sperare

Siamo in Svizzera, precisamente a Ginevra, dove è stato provato un nuovo dispositivo su 4 pazienti, ciascuno impossibilitato a muovere persino gli occhi.

Utilizzando l'innovativo strumento sono stati capaci di rispondere "si" o "no" a svariate domande, comunicando pure stati d'animo e bisogni. E' da tempo che vanno avanti ricerche similari per poter decifrare la laboriosità del cervello umano per poi poterla collegare ad un segnale. Queste ricerche hanno come obiettivo di dare assistenza appunto alle persone affette da gravi paralisi, ma molti studiosi sostenevano che tali pazienti non possano usufruire della necessaria concentrazione utile a raggiungere i risultati sperati. Questa nuova ricerca invece sembra assolutamente smentire tale ipotesi, infatti una squadra internazionale, guidata da Niels Birbaumer, noto psicologo e neuroscienziato austriaco che dal 2016 "opera" al Wyss Center per la bio e Neuro Ingegneria a Ginevra sembra avvalorare l'esatto contrario.

Le reazioni dei quattro pazienti

I 4 degenti sono stati sottoposti a svariate sedute di "allenamento" durante le quali gli sono state effettuate domande di diverso tipo; ad alcune dovevano semplicemente rispondere si o no, per esempio se erano nati oppure no in un determinato luogo, altre domande a risposte aperte riguardanti la vita quotidiana, costringendoli a pensare per almeno qualche secondo.

Nel tempo in cui i pazienti erano "costretti" a pensare un impianto quantificava le variazioni dell' ossigenazione del sangue e dell'elettroencefalografia, rendendo abile il sistema a comprendere se si trovasse davanti ad un "si" oppure ad un "no". Come riportato dalla rivista Plos Biology a differenza dei test effettuati in precedenza, con questo abbiamo esiti corretti nel 70% dei casi.

Finale con sorpresa

La sorpresa più forte alla quale hanno assistito i ricercatori è stata la risposta, di tutti e 4, alla domanda "Sei felice?" infatti tutti hanno risposto positivamente a tale domanda, dimostrando come, in una simile situazione anche solo il fatto di poter comunicare in qualche modo con amici e parenti dia una gioia significativa.