Nel mondo di oggi migliaia di persone vengono colpite da tumori difficili da operare con le attuali tecnologie presenti in medicina. Nuove speranze per il futuro vengono offerte da un team di ricercatori italiani, guidati dal direttore del Tipfa Marco Durante: secondo lui l'ibernazione potrebbe rappresentare una cura per i tumori, in quanto permetterebbe di alleviare i danni che porta la radioterapia. Fino ad ora il termine ibernazione rappresentava per la gente un qualcosa di fantascientifico visto solo nei film ma, secondo la medicina attuale, diventerà un trattamento a cui le persone non potranno fare a meno.

Radioterapia e ibernazione: come funziona

Fino ad ora questa tecnica è stata sperimentata in Italia solo sugli animali ed i risultati ottenuti sembrano davvero promettenti. La tecnica consiste nel portare il corpo del soggetto in una sorta di ibernazione: in questo modo, abbassando la temperatura corporea e riducendo quindi le funzioni vitali, si permette al corpo di proteggersi meglio dai danni che provoca la radioterapia. Così facendo, gli oncologi potrebbero usare maggiori dosi di radiazioni per uccidere tutte le cellule malate, curando così il paziente dal tumore.

Se tutto va a buon fine e se gli stessi risultati si ottengono anche sugli umani, secondo il ricercatore Marco Durante questa tecnica potrebbe diventare operativa fra una decina di anni: solo allora darebbe più speranze alle persone colpite da numerose metastasi, le quali, attualmente, non possono essere trattate singolarmente con la radioterapia, per evitare di uccidere il paziente.

Quindi la speranza potrebbe essere proprio l'ibernazione perchè, mettendo il paziente in una sorta di letargo, si bloccherebbe la crescita del tumore e si potrebbe agire con una radioterapia molto più potente, andando a trattare così tutte le metastasi e riducendo al minimo i danni al paziente.

Lo studio di Marco Durante è stato presentato anche a Boston, durante il meeting dell'American Association for the Advancement of Science, ricevendo numerosi consensi a proseguire con i test e ad aggiornare costantemente la medicina con i risultati ottenuti.