Purtroppo i disturbi auditivi sono un grave problema. E se talvolta questi vengono sottovalutati è bene sapere che colpisce oltre 7milioni di italiani e circa un miliardo di persone in tutto il mondo. I sintomi e le cause sono diversi, ma il proliferare di apparecchi acustici sempre più potenti non fa altro che aggravare la situazione. Ad esempio, i moderni auricolari e cuffiette dei telefoni cellulari, per lo più perennemente attaccati alle orecchie, non risultano essere un ingegnoso toccasana per la privacy. In effetti, la musica e i video ascoltati a livelli assurdi possono divenire molto dannosi.

Un messaggio preoccupante ma verosimile, che l'OMS ha voluto lanciare in occasione della celebrazione della Giornata mondiale dell'udito.

Uso improprio dei dispositivi

L'Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che la sordità sta aumentando esponenzialmente a livello mondiale, e che l'Italia in qualità di paese avanzato non è indenne al problema. Anzi, secondo gli studi condotti dalla stessa organizzazione, i primi disturbi si riscontrano sempre più tra i giovani. E una delle cause principali sarebbe direttamente collegato con l'uso improprio dei dispositivi individuali di audio e soprattutto il loro volume. Al riguardo, il professor Roberto Ghiozzi, suggerisce che un auricolare non potrebbe rimanere per più di un'ora al giorno vicinissimo all'udito.

Anzitutto la prevenzione

La parola degli esperti è la conseguenza di molti anni di esperienza, di studi. Il dottor Ghiozzi afferma che i primi sintomi di ipoacusia sono un campanello di allarme. E come tale, meriterebbero un minimo di attenzione, giacché la percezione auditiva sarebbe destinata a peggiorare in assenza di un intervento preventivo.

Come sappiamo, lo sviluppo tecnologico e della ricerca scientifica hanno fatto passi da giganti, e sono perfettamente in grado di offrire le soluzioni adeguate ad ogni paziente. Secondo le statistiche, molte persone non accettano il fatto di avere una perdita uditiva. Ma il problema esiste, e andrebbe affrontato sin da giovani.