All’inizio dell’anno, il ministero della Salute aveva messo al bando con un decreto quaranta sostanze dimagranti, perché ritenute pericolose per la salute. Tra le preparazioni vietate c’erano persino finocchio e tè verde, consigliati e utilizzati in tantissime diete e per tenersi in forma. Ma anche il tarassaco, la caffeina, il rabarbaro. Una decisione che aveva sollevato non poche perplessità, e qualche contestazione, tra gli addetti ai lavori e non solo.

A seguito di un confronto tra la Federazione dell'Ordine dei farmacisti, il ministero della Salute, l’Aifa e l’Istituto Superiore di Sanità, servito per approfondire alcuni aspetti tecnici dello stesso decreto, è stato istituito un tavolo tecnico, a cui hanno partecipato la Federazione, la Federfarma, la Sifo, l’Utifar, e la Fnomceo.

Sono emerse critiche e proposte. Il ministro Lorenzin ha quindi ingranato la retromarcia (come già era capitato altre volte), e con un nuovo decreto, il 31 marzo scorso, ha deciso di modificare il provvedimento, limitandosi a vietare solo sedici sostanze: sertralina, buspirone, acido ursodesossicolico, pancreatina; acido eidrocolico, d-fenilalanina, deanolo-p-acetamido benzoato, fenilefrina, spironolattone, l-tiroxina, triiodotironina, zonisamide, naltrexone, oxedrina, fluvoxamina, idrossizina. I farmacisi hanno il divieto di eseguire preparazioni magistrali a scopo dimagrante che contengano queste sostanze, anche in combinazione associata tra loro. Ai medici, ovviamente, è vietato prescriverle.

Il decreto prevede però una sorta di “monitoraggio”: i farmacisti avranno infatti il compito di inviare alle Asl le ricette di preparazione a scopo dimagrante inviate dai medici. Per il tramite del ministero della Salute arriveranno all'Istituto superiore di Sanità, che ogni tre mesi dovrà predisporre una relazione sui rischi.

Una revisione sostanziale, insomma. Ma veramente il ministero riteneva pericolosi tè verde e finocchio? A tranquillizzare i consumatori ci ha pensato la prof.ssa Paola Minghetti, presidente della Sifap (Società Italiana Farmacisti Preparatori), in una intervista a Quotidiano Sanità: “Erano stati inseriti in quell'elenco dal Ministero della Salute solo per limitare alcune associazioni usate da medici. In quella lista sono presenti diverse molecole non pericolose. Di finocchio, tè e arancio amaro non è di sicuro mai morto nessuno”.