Conosciuta come malattia invalidante, la schizofrenia può colpire insorgendo nei giovani fin dall'età di 16 anni e proseguire, come un tempo, nel suo percorso di 'isolamento' per tutta la vita. Questo accadeva prima che la scienza medica riuscisse a portare fuori dal baratro, almeno il 15% dei malati colpiti da schizofrenia. L'85% di queste persone, che la medicina purtroppo non riesce a guarire definitivamente, hanno comunque la possibilità di essere gestite, riportate a vivere una vita normale e con un buon grado di autonomia altrimenti preclusa loro.

Le persone in cura farmacologica dovranno sottoporsi negli anni, a periodici esami per stabilire la mantenuta funzionalità del fegato, dei reni, del cuore, ecc. Di seguito proviamo a conoscere questa Malattia psichiatrica.

Conosciamo la schizofrenia

La schizofrenia è una malattia psichiatrica che altera la percezione del pensiero e il comportamento, allontanando dalla realtà e dagli affetti più cari la persona che ne è colpita. I sintomi di questa malattia sono la confusione del dialogo e lo scoordinamento dei pensieri; fenomeni cui s'aggiungono la paranoia delirante, le allucinazioni dell'udito, i disturbi d'ansia e una forte depressione che può spingerli al suicidio. I fattori scatenanti della schizofrenia non sono ancora realmente riconosciuti dalla scienza, ma questa è propensa a credere siano dovuti a fattori genetici, ambientali e a quelli sociali e/o psicologici.

Quello che gli studi della patologia sono riusciti a scoprire, è che può scatenarsi causa l'utilizzo di sostanze psicotrope o da determinati farmaci che possono aumentarne i sintomi.

Come curare o controllare la malattia

La presidente della Società europea di psichiatria, professoressa Silvana Galderisi, comunica che grazie ai farmaci associati e a un corretto percorso psicologico, è possibile riportare il paziente affetto da schizofrenia, a un buon livello di vita, sia relazionale che familiare, permettendogli di riprendere quell'attività lavorativa capace di reinserirlo fra gli amici.

Chiedersi se il farmaco per curare o tenere sotto controllo la malattia psichiatrica può recare disturbi negli anni, è lecito e a tal proposito Silvana Galderisi risponde: "quelli prescritti devono essere assunti in modo continuativo e mai interrotti", "farebbe più male se in caso di ricaduta si dovrà riprenderli". Purtroppo sono molte le persone che autosospendono i farmaci, convinti di essere guariti perché non presentando più sintomi della malattia.

Ciò è un grave errore, perché solo il medico specialista che segue il caso, può stabilire la necessità di proseguirla, anche per tutta la vita.

Psicoterapia e associazione farmacologica

Ci sono molti casi in cui si presentano diverse patologie psichiatriche in una singola persona, come ad esempio in un paziente che scrive a Galderesi, comunicando di essere affetto da "disturbo bipolare in fase depressiva mista e da delirio di riferimento e autoriferimento". La risposta del Professore Ordinario di Psichiatria, Silvana Galderisi, comunica che è "consigliabile associare gli antipsicotici con farmaci stabilizzanti dell'umore", e in molti casi è utile la psicoterapia di gruppo mentre in altri è preferibile quella individuale.

In caso di dubbi su fattori collegati alla depressione o sintomi come l'ansia, il panico, gli sbalzi d'umore, le allucinazioni, carenza di memoria, di stimolazioni e altro, è sempre consigliabile non autoprescriversi alcun farmaco, ma ricordarsi che esiste il medico di base che può indirizzare a un ottimo psichiatra portandovi alla guarigione.

Terapia farmacologica

Quanti sono gli anni che una persona colpita dalle molteplici malattie della mente, deve affrontare sotto la continua assunzione di farmaci che ne regolino l'umore, l'ansia, la depressione, le fobie e quant'altro? A tal proposito risponde sempre Silvana Galderisi comunicando, "se la terapia farmacologica supera i cinque anni, sarebbe utile cambiare cura, o meglio, il proprio terapista".

Questo non vuol dire che le cure farmacologiche o terapeutiche non devono superare i cinque anni, anzi, in alcuni casi vanno avanti proprio perché la cura risulta soddisfacente e si vuole mantenere lo stato di benessere del paziente. I farmaci utilizzati per gli attacchi di panico, ansia e depressione, sono prevalentemente subordinati a una prescrizione del psichiatra e sono inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina; medicine collegabili ai trattamenti psicoterapici. Il consiglio per chi in cura e utilizza psicofarmaci, è quello di non interromperli bruscamente ma in maniera graduale e sotto controllo medico; pena la comparsa di nuovi sintomi difficilmente controllabili. La buona notizia sul futuro trattamento della malattia psichiatrica, la schizofrenia, arriva dalla scienza medica che annuncia la nascita di un farmaco in commercio fra alcuni mesi. Il nuovo farmaco della Janssen (gruppo Johnson & Johnson), appartiene alla classe LAI (Long acting injectables) e potrà essere assunto una volta ogni 3 mesi per 4 volte l'anno.