Negli ultimi anni le ricerche contro il cancro si sono intensificate con l'avvento di nuove tecnologie e sperimentazioni scientifiche, i ricercatori tra alambicchi, vetrini e microscopi sono arrivati ad un'importante scoperta. Attualmente un gruppo di ricercatori italiani sono protagonisti nel campo terapeutico contro il cancro. Sono riusciti ad individuare un nuovo sistema di sinterizzazione molecolare, da dove potrebbe ampliarsi una nuova cura antitumorale. Grazie ad approfonditi studi di laboratorio sono riusciti ad alterare le funzioni dei mitocondri, responsabili alla respirazione della ossigenazione delle cellule.

La scoperta è stata pubblicata sulla più importante rivista del settore Cancer Cell. Lo studio è stato condotto dal professore Marco Presta: "abbiamo cominciato a cercare le molecole che bloccassero questa proteina, in modo tale che bloccassero i tumori che erano in grado di produrre, finalmente ci siamo riusciti". In termini più semplici, le molecole riescono a bloccare il canale ionico Kv1.3 mitocondriale. Così facendo nelle cellule malate aumenta l'elaborazione di radicali liberi dell'ossigeno. Nello specifico questo trattamento porta all'annientamento delle cellule che formano la massa cancerogena, anche quando quest'ultime non rispondono alla chemioterapia. In questo processo le cellule sane non vengono minimamente danneggiate.

Nuova tecnica antitumorale grazie alla molecola killer

Grazie alle molteplici prove di laboratorio queste nuove tecniche antitumorali sono in grado anche di far sparire tutte le cellule B leucemiche. Le molecole, in realtà, riescono a distinguere la particolarità delle cellule da distruggere come i linfociti B patologici e nello stesso tempo tutelare i linfociti T sani.

Da quest'ultime cure molto più precise si possono sviluppare molteplici vantaggi: la cura risulta meno aggressiva e tossica di conseguenza il malato può sopportare in modo più sereno e duraturo il tempo della terapia. Inoltre, non si presenta alcun problema se viene abbinata con la terapia farmacologica tradizionale, anzi ne moltiplica l'efficacia.

Va detto che il margine di questa terapia non è ampio, ma riguarda soltanto sottogruppi di tumori, i quali evidenziano delle marcate alterazioni di importanza molecolare. Il 20% di Tumore al polmone dipende da questa molecola, questi pazienti in teoria potrebbero essere curabili con una terapia di questo tipo, ovviamente la strada molto lunga.