Se avete da poco acquistato qualche scatoletta di tonno inscatolato dalla Garciden della Andalusia e non lo avete ancora mangiato, buttatelo subito poiché potrebbe essere stato contaminato. Dopo circa una quarantina di casi di intossicazione rilevati in Spagna, il Ministro della Salute ha deciso di dichiarare l'allerta in tutte le città in cui viene distribuito il tonno sopracitato, e tra queste città ve ne sono anche molte italiane. Le scatolette di tonno prese in considerazione dalla Aecosan, l'autorità spagnola per la sicurezza alimentare, sono quelle che sono state confezionate nel periodo che va dal venticinque aprile al cinque maggio e comunica ai consumatori che il quantitativo di istamina ritrovata all'interno del pesce inscatolato non può essere eliminato in alcun modo, né tramite congelamento né tanto meno tramite cottura.

La istamina e l'intossicazione a causa di questa sostanza

I primi sintomi da intossicazione causata dalla istamina sono, dopo circa un'ora dal suo ingerimento, irritazione all'altezza della gola, capogiri, nausea e nei casi più gravi anche vomito. Si tratta di una intossicazione che prende il nome di "Sindrome Sgombroide" e che, fortunatamente, oltre ai fastidi sopra descritti, non ha conseguenze letali per gli esseri viventi. Una semplice intossicazione che non vi farà di certo finire in ospedale, ma che non deve essere presa alla leggera, in quanto l'organismo potrebbe risentirne e non poco. L'allarme, comunicano le autorità spagnole, è stato lanciato per evitare che altre persone finiscano aggiunti alla lista delle quaranta persone che hanno già subito gli effetti di questa sindrome sgombroide.

Ovviamente è già stato avviato il ritiro dal mercato dei lotti di merce interessati e sarà mandata anche una salatissima multa all'azienda produttrice per aver inscatolato un alimento mal conservato e non controllato con attenzione. Un allarme lanciato anche dalla Autorità Europea che si occupa di sicurezza alimentare e che dichiara come sia complicato riscontrare la presenza di istamina all'interno del pesce inscatolato, poiché questa non presenta nessun elemento che permetta ai "controllori" di individuarla con facilità e senza le dovute analisi.

Non sarà certo la prima e neanche l'ultima volta che un prodotto viene ritirato dal mercato, ma si spera che questo possa servire alle varie aziende per avere sempre un occhio più aperto nei riguardi della salute del consumatore.