Con il termine dark fashion si indicano tutte quelle aziende del settore tessile che fanno del fast fashion il loro modo di operare nel settore. Fast fashion significa che i capi di abbigliamento, che poi noi indosseremo sulla nostra pelle, devono essere prodotti nel minor tempo possibile ed al minor costo possibile senza badare troppo né all'etica del lavoro, operaie tessili ad esempio in Bangladesh guadagnano 3 euro al giorno, né alla salubrità delle materie prime, accessori, stampe e molti altri componenti che alla fine concorrono a creare il capo di abbigliamento che poi noi in seguito indosseremo.

Il fashion è considerato il secondo settore più inquinante del mondo

Negli ultimi anni si sono moltiplicate velocemente diverse e svariate dermatiti da contatto provocate dai capi e accessori che indossiamo, dalla calzature che portiamo ai piedi, dagli oggetti metallici che compongono alcuni capi di abbigliamento, dagli elastici, dai coloranti usati per tingere le fibre tessili. Questo perché i componenti di diversi capi di abbigliamento che indossiamo sulla nostra pelle sono tossici per il nostro organismo che ad un certo punto dopo una prolungata esposizione ai medesimi non li tollera più e sviluppa di conseguenza la sua reazione di difesa che provoca queste fastidiose dermatiti allergiche anche molto devastanti.

Infatti in alcuni casi si manifestano sulla cute piaghe e pustole oltre ad arrossamenti ed altro ancora.

Purtroppo ancora oggi la normativa è insufficiente per tutelare la salute del consumatore finale. Al giorno d'oggi sui capi di abbigliamento è obbligatorio riportare solo la composizione dei tessuti che compongono il capo e le norme di manutenzione del medesimo (etichetta di lavaggio).

Nonostante questo sul 15% dei capi non è presente nessuna etichetta e sul 34% dei capi sono state riscontrate etichette di composizione errate. Per il controllo più importante, cioè se i capi prodotti (soprattutto quelli importati dall'estero) sono sicuri per la nostra salute, non è obbligatoria nessuna etichetta .

In Italia esiste un solo ente certificatore della qualità e salubrità dei componenti (anche sui prodotti semi-lavorati) di un capo di abbigliamento.

La società Oeko-tex che può certificare prodotti di tutta la gamma tessile. Analisi di laboratorio eseguite su una quindicina di capi presentata durante la trasmissione Petrolio (canali Rai) andata in onda giovedì 4 maggio 2017 hanno evidenziato dati veramente molto preoccupanti per la nostra salute. I tecnici di laboratorio hanno evidenziato con valori molto sopra alla norma i seguenti componenti dannosi: sostanze cangerogene, ftalati, formaldeide, coloranti tossici.

Ogni anno nel mondo vengono prodotti 80 miliardi di nuovi capi di abbigliamento e diventa praticamente impossibile controllare tutti i capi e tutta la filiera del sistema fashion. L'unica arma che abbiamo come consumatori finali è quella di orientare l'acquisto verso capi con filiera certa e verificabile possibilmente 100% Made in Italy.