Negli anni, il complesso studio della mente ci ha regalato innumerevoli incognite. Una di queste, riguarda il sorprendente mondo del linguaggio. Il quale, non è soltanto un mezzo atto a comunicare con i propri simili, ma anche uno straordinario strumento con funzioni extra comunicative, che almeno, nell'uomo, arriva addirittura a influenzare sia i propri processi cognitivi che a organizzare quelli visivi.

Ora, tra di noi. A quanti è capitato parlare da soli almeno per una volta?

Alcuni individui riflettono in assoluto silenzio, porgendosi tante domande e talvolta trovando anche le risposte.

C'è chi invece, preferisce esternare i propri ragionamenti, rischiando magari le figuracce. E se in realtà fosse un atto completamente sano?

Parliamo in silenzio tutto il tempo

Il colloquio tra sé e sé avviene in continuazione, sostiene la psicologa Paloma Mari-Beffa dell'Università di Bangor, in Gran Bretagna. E aggiunge, che sarebbe del tutto anormale non avere un dialogo interiore con la nostra mente, poiché torneremo scimmie. E che addirittura, le nostre conversazioni sarebbero intime e alquanto profonde, e non solo per mantenere le nostre menti allenate e in buona salute.

Parlare con se stessi nel silenzio della propria mente ci aiuterebbe a organizzare i nostri stessi pensieri, confessa la psicologa, e anche a pianificare meglio le nostre azioni.

Nonché, consolidare la memoria e modulare le emozioni. In altre parole sarebbe una abitudine fondamentale per l'autocontrollo.

Al contrario, quando il dialogo diventa caotico, la produzione di pensieri casuali e magari negativi aumentano, assicura la dottoressa Mari-Beffa. E che si potrebbero tradurre in una netta perdita di concentrazione che impedirebbe la normale attività quotidiana.

Colloquio interiore o a voce alta?

Ora che sappiamo che il nostro continuo dialogo interiore non è sinonimo di pazzia, e che ci aiuta costantemente nell'autocontrollo, sentiamo il parere degli esperti sul dialogo ad alta voce.

Potrebbe apparire stravagante, ma secondo un recente studio condotto all'Università di Bangor dalla stessa dottoressa Paloma Mari-Beffa e dallo psicologo Alexander Kirkham, il parlare da soli, e magari ad alta voce, sarebbe sinonimo di un ottimo funzionamento del cervello.

Al riguardo, i ricercatori hanno selezionato 28 volontari, ai quali hanno consegnato dei compiti scritti da svolgere. Metà dei partecipanti doveva leggere e ragionare il compito in silenzio, mentre l'altra metà a voce alta. Bene, sapete chi a svolto i compiti migliori? Naturalmente quei pazzi furiosi che hanno letto e ragionato il compito ad alta voce.