Il peperoncino, re indiscusso della cucina mediterranea, è una spezia dalle mille proprietà. Il Capsicum frutescens L., è una piccola pianta erbacea, appartenente alla famiglia delle Solanaceae (la stessa di melanzane, peperoni, pomodori, patate) originaria del sud e centro America, ormai coltivata ovunque vi sia un clima tropicale, subtropicale, temperato. La spezia è rappresentata dai frutti essiccati e ne esistono numerose varietà con diversi gradi di piccantezza (scala Scoville) in relazione al loro contenuto in capsaicina, alcaloide, principio attivo della droga.

Peperoncino: un po' di storia

Il nome Capsicum deriverebbe da "Capsa", che significa scatola, per ricordare la forma di scatola della bacca contenente i semi. Altri lo farebbero derivare dal termine greco "Kapto", che significa divorare, in riferimento alla piccantezza che divora. Introdotto in Europa dopo la scoperta dell'America, dove era conosciuto ed impiegato dalle popolazioni indigene da più di 7000 anni, è ormai entrato a pieno diritto negli usi e costumi nostrani. In Calabria esiste persino l'Accademia italiana del peperoncino fondata nel 1984 da Enzo Monaco, gastronomo e giornalista calabrese, promotore del Peperoncino festival che si svolge nel mese di settembre, da oltre 30 anni, nel comune di Diamante, in Calabria.

Proprietà e principi attivi del peperoncino

Il peperoncino può contenere fino all'1,5% di capsaicina e composti correlati, chiamati nel loro insieme capsaicinoidi (la metà circa di questi è costituito da capsaicina), un olio volatile, vitamina A, vitamina C e caroteni. Numerose sono le proprietà attribuite al peperoncino: è rubefacente, ovvero "riscalda" e richiama l'afflusso di sangue migliorando il microcircolo e riducendo l'infiammazione, utile in nevralgie, lombaggini, angine, torcicolli, etc., senza avere effetto vescicante; la sua azione vasodilatatoria e protettiva risulta benefica sul sistema cardiovascolare e contribuisce alla riduzione del colesterolo; lo si ritrova anche in lozioni anticaduta per capelli ed in creme dimagranti ed anticellulite; la polvere è fortemente starnutatoria; antiemorroidario (decongestiona e calma il dolore); afrodisiaco.

La sua azione principale è però quella della capsaicina sui recettori vanilloidi presenti sulle fibre sensoriali gastriche. Ridurrebbe la dispepsia (dolore gastrico) in un'azione bifase: dapprima la capsaicina legandosi a questi recettori, provoca il rilascio di sostanze algogene (che provocano dolore) come la sostanza P; successivamente l'attivazione prolungata della capsaicina su questi recettori finisce con il ridurre l'attività delle fibre sensoriali che divengono insensibili, riducendo la percezione del dolore.

Tutto ciò, contrariamente a quanto si possa pensare, favorisce la guarigione delle ulcere gastriche.

Novità e conferme dai recenti studi scientifici

Date le sue straordinarie proprietà il peperoncino è continuo oggetto di studio da parte della comunità scientifica. Vediamo insieme le scoperte più recenti:

  • Recettori endovanilloidi anche nel cervello: la recentissima scoperta è di un team tutto italiano della Facoltà di medicina veterinaria dell'Università di Teramo, in collaborazione con la Fondazione Santa Lucia e l'European Brain Research Institute-Fondazione Rita Levi Montalcini di Roma. La scoperta del canale ionico Trpv1 per la capsaicina nel cervello potrebbe aprire le strade per nuovi approcci terapeutici per malattie correlate ad una componente neuroinfiammatoria come alzheimer e sclerosi multipla;
  • La capsaicina stimola la produzione di anandamide: l'anandamide è un composto simile ai cannabinoidi della marijuana. L'azione sui recettori vanilloidi della capsaicina a livello gastrico favorirebbe il rilascio di questa sostanza dall'azione antinfiammatoria, capace di stimolare il sistema immunitario, in particolare il richiamo dei macrofagi, per spegnere l'infiammazione di tutto l'apparato intestinale, compresi stomaco, esofago e pancreas. Ricerca dell'University of Connecticut of Medicine di Farmington (USA).