Nelle ultime ore è allarme per un nuovo virus, chiamato Powassan, che sarebbe in alcuni casi anche letale. Potrebbe cioè condurre alla morte. La percentuale di decessi rispetto al totale dei casi è preoccupante: 15 persone su 100 colpite dal virus Powassan muoiono. A trasmetterlo sono le zecche dei cervi. Al momento, il virus è circoscritto nella regione dei Grandi Laghi, nel nord Est degli Stati Uniti. L'ultimo caso si è registrato la scorsa settimana, nello stato del Connecticut. La vittima un bambino di 5 mesi, che ha riportato gravi danni neurologici.

Infatti, il virus, che sarebbe ancora più letale rispetto alla malattia del Lyme, attaccherebbe principalmente l'area del cervello. Complessivamente, negli ultimi 10 anni, si sono registrati 75 casi. Stando alla percentuale di morte indicata nel 15 per cento, ci sono dunque state già 10 vittime causate dal virus.

La preoccupazione dei medici

La trasmissione del virus Powassan avviene in meno di 15 minuti da quando la zecca è venuta a contatto della pelle umana, affermano i medici statunitensi. Un tempo nettamente inferiore rispetto alle 24-48 ore che necessita il virus Lyme, quello più comune trasmesso dalle zecche. Anche per questo motivo il virus preoccupa i medici, anche perché ad oggi non è stato possibile trovare una cura definitiva per debellarlo in maniera efficace.

La situazione risulta ancora più grave se si considera un secondo dato, oltre al 15% delle persone che non sopravvivono dopo essere state colpite da Powassan: tra coloro che si salvano, cioè 85 persone su 100 in media, la metà, quindi oltre 40, negli anni successivi presenta danni neurologici a lungo termine e irreversibili.

A dichiararlo è un'importante figura del Brigham and Women's Hospital di Harvard, la dottoressa Jennifer Lyons.

Quali sono i sintomi dopo una puntura di zecca veicolante il Powassan? Sebbene nella maggior parte dei casi le vittime non presentino alcun problema, nei casi più gravi si ha febbre, confusione mentale, difficoltà nel parlare, vomito e attacchi epilettici.

Qualora siano manifesti tali sintomi, che causano una forte debilitazione nella persona colpita, occorre recarsi immediatamente all'ospedale. Qui infatti si possono ricevere le prime importanti cure, che prevedono l'utilizzo di farmaci volti ad impedire un eccessivo gonfiore nella zona del cervello. Al momento, si ricorda, esistono unicamente cure sperimentali per la malattia. Ann Powers (CdC) ha inoltre ammesso che vi è la concreta possibilità di un contagio superiore nel corso dei prossimi anni a causa dei recenti cambiamenti climatici.