Ci siamo sempre chiesti se lo yogurt potesse essere consumato dopo la data di scadenza o se lo dobbiamo buttare. Un mensile francese, '60 Millions de Consommateurs', ha provato a fare un test per rispondere a questa domanda ed ha controllato la commestibilità di alcuni prodotti dopo una, due e tre settimane dalla data di scadenza stampata sulla confezione. Il risultato ha evidenziato che tutti gli yogurt erano ancora commestibili, soprattutto quelli naturali in confronto a quelli che tra gli ingredienti hanno zucchero e frutta aggiunta, dal momento che offrono più probabilità allo sviluppo della flora batterica.

Quali parametri deve conservare lo yogurt?

La qualità microbiologica dei prodotti testati è ottimale anche dopo la scadenza e la concentrazione dei batteri lattici resta nei limiti indicati dalla legge. Uno yogurt infatti è legalmente riconosciuto se prodotto con latte di mucca fermentato grazie alla presenza di Lactobacillus bulgaricus e Streptococcus thermophilus. Questi due microorganismi devono essere sempre vitali, devono cioè essere in grado di moltiplicarsi ed avere un corretto metabolismo finché lo yogurt non viene consumato dal cliente. È anche stabilita la loro concentrazione che dev'essere maggiore o uguale alle 100 mila unità per millilitro.

I dettagli del test

Nel test eseguito da 60 Millions de Consommateurs tutti questi requisiti sono stati confermati anche dopo tre settimane dalla data di scadenza e non è stato trovato alcun ceppo patogeno dovuto a problemi di contaminazione.

L'unico valore che si differenzia dallo yogurt relativamente più fresco è quello del pH. Si è osservata infatti una sua leggera diminuzione nei prodotti testati, ovvero si è rilevata una leggera acidificazione rispetto al pH ottimale che si aggira intorno a valori medi di 4,3-4,4. L'acidificazione non comporta però alcun rischio e nessuna percezione sensoriale da parte del consumatore.

Bisogna invece fare attenzione a consumare yogurt, anche se non arrivato ai termini di scadenza, che presentino alterazioni come rigonfiamenti del coperchio o di tutta la confezione, che abbiano un odore strano o che abbiano tracce di muffa.

Non tutti gli alimenti durano allo stesso modo

Ci sono alimenti che possono essere consumati anche dopo la data di scadenza, soprattutto se recano la dicitura "consumare preferibilmente entro il" mentre altri sono più labili e sarebbe preferibile addirittura consumarli prima della data indicata, soprattutto nei mesi estivi.

Il latte fresco di alta qualità scade 7 giorni dopo il confezionamento, secondo la legislazione alimentare, ma se ben conservato in frigorifero, si può bere con tranquillità anche 2-3 giorni dopo. Questo non vale per il latte crudo che dev'essere sempre fatto bollire prima del consumo.

Mozzarella e uova a rischio

La mozzarella vaccina ha una durata pari ad un mese, ma è consigliato consumarla anticipatamente, entro tre settimane dalla produzione. Bisogna fare attenzione alle uova, che hanno una scadenza fissata a 28 giorni dalla deposizione: i microbiologi consigliano di consumarle almeno 10 giorni prima per evitare una crescita esponenziale della Salmonella. In caso di sua presenza infatti, la situazione si complica con il passare del tempo, perché dopo alcuni giorni le membrane interne dell'uovo si alterano consentendone l'ingresso.