Li chiamano LAI - Long Acting Injectables - ovvero farmaci che hanno una azione prolungata nel tempo. Un requisito importantissimo per patologie, come schizofrenia e malattia psicotica, dove saltare una somministrazione del farmaco vuol dire esporre i pazienti a ricaduta verso nuovi episodi psicotici. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto di rimborsabilità, è ora disponibile anche in Italia la terapia a base di paliperidone palmitato (Trevicta), da somministrare ogni tre mesi. È la prima terapia antipsicotica che richiede solo quattro somministrazioni l’anno, a tutto beneficio dell’equilibrio e della serenità dei pazienti.

Una prospettiva di vita migliore

I pazienti affetti da schizofrenia e malattia psicotica hanno come priorità assoluta il poter sentirsi sereni di affrontare le loro relazioni affettive e sociali, i loro progetti di vita e professionali, senza incorrere in episodi psicotici che comportano un immediato intervento medico con ricoveri in ospedale e centri specialistici. Ma questo può succedere con le attuali terapie, se non vengono somministrare regolarmente. Da qui la necessità di avere delle terapie con effetti prolungati. Parliamo dei citati LAI - Long Acting Injectables - ovvero farmaci capaci di essere efficaci per lunghi periodi, riducendo le somministrazioni a poche volte durante l’intero l’anno.

L'esperienza della Janssen

È il caso del paliperidone palmitato, farmaco approvato in Europa a maggio dello scorso anno, che richiede una somministrazione ogni tre mesi. Sono sufficienti quindi solo quattro somministrazioni l’anno per mantenere i pazienti sotto un costante controllo farmacologico. Si tratta di una novità rispetto alle attuali terapie che richiedevano una somministrazione quotidiana, per quelle orali, o mensile, per quelle iniettabili.

L’azienda che ha sviluppato il paliperidone palmitato trimestrale (Trevicta) è la Janssen, del gruppo Johnson & Johnson. Azienda che vanta una lunga esperienza nel settore che, a partire dal 1953, con il suo fondatore, il Dr. Paul Janssen, iniziò ad interessarsi dei disturbi mentali. Forte di questo background, l’azienda è ora impegnata ad identificare nuovi target farmacologici per il controllo di diverse patologie mentali come depressione, insonnia e schizofrenia.

In Italia interessa 300 mila pazienti

Secondo stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel mondo ci sono più di 21 milioni di persone che soffrono di schizofrenia, corrispondenti ad un terzo della popolazione italiana. Nel nostro paese sono 300 mila, secondo uno studio condotto dall’Università di Tor Vergata. La schizofrenia (dal greco “scindere/separare la mente”) - che non vuol dire una “doppia personalità” come nel disturbo dissociativo - è associato a disfunzioni cognitive, comportamentali ed emotive. La sua origine non è ben definita ma contribuiscono sia fattori ambientali che genetici. L’incidenza - dopo i 18 anni - è dell’1,1% della popolazione.

Gli altissimi costi sociali della schizofrenia

Sebbene la patologia sia una condizione cronica e debilitante, con progressivo deterioramento di alcune funzioni, se curata e mantenuta sotto controllo, i pazienti riescono ad avere una vita sociale, affettiva e lavorativa di buon livello. Ma il costo sociale della malattia è piuttosto elevato: si stima che in Italia questo ammonterebbe complessivamente a 2,7 miliardi di euro, divisi quasi equamente tra costi indiretti - non legati alla malattia - e costi diretti (assistenza, cure, ecc.).