Aveva perso il proprio pene. No, non nel senso che una mattina non riusciva più a trovarlo: in seguito ad un intervento chirurgico (una circoncisione) andato male, un uomo sudafricano di 40 anni era stato costretto, purtroppo, ad abbandonare l’idea di avere una vita sessuale normale. Il suo organo, infatti, non era più "utilizzabile".

Secondo quanto riportato dal tabloid britannico "Daily Mail", fortunatamente l’uomo ha trovato presto un donatore di pene perfettamente compatibile. Nessuno ha deciso di privarsi del proprio organo riproduttivo per solidarietà maschile nei confronti dello sfortunato quarantenne africano, ci mancherebbe altro, ma grazie ad una donazione di organi in seguito ad un decesso, la persona in questione ha trovato ciò che faceva al caso suo, ed è stata operata con successo.

Secondo i medici che in data 21 aprile 2017 gli hanno restituito la tanto agognata e perduta virilità, il paziente ora potrà tornare a svolgere tutte quelle funzioni fisiologiche caratteristiche dell’apparato urogenitale maschile, nelle quali è compresa anche un'attività sessuale assolutamente normale. Qual è allora il problema che serpeggia in questa triste storia a lieto fine?

Beh…il colore. Nel senso che l'organo trapiantato, nonostante sia pienamente compatibile, presenta una pigmentazione della cute chiaramente diversa da quella del suo nuovo proprietario. Questo piccolo intoppo ha portato con sé, inevitabilmente, alcune difficoltà di natura estetica. L'equipe medica, infatti, ha trapiantato un pene praticamente bianco, al corpo di un paziente totalmente nero.

L’uomo, comunque soddisfatto per la riuscita dell’operazione e pronto ad affrontare una nuova vita sessuale, ha già annunciato che provvederà a farsi tatuare il nuovo organo per garantirsi una colorazione più scura, così da rendere meno palese il "collage" chirurgico. Ma come è stato possibile tutto ciò?

Il responsabile del dipartimento di urologia dell'Università di Stellenbosch, professor André van der Merwe, che ha condotto personalmente il complicato intervento chirurgico, ha spiegato come, molto spesso, la biologia non vada di pari passo con l’estetica: i donatori sono davvero pochi e bisogna in qualche modo "accontentarsi", accettando un problema minore (e comunque risolvibile) come una discrepanza cromatica. Il paziente trapiantato sta comunque bene, e non presenta alcun segno di rigetto o di infezione.