Uno studio basato sull’analisi di campioni di tessuti intestinali di un gruppo di pazienti affetti da Sclerosi Multipla verso un gruppo di persone sane, ha messo in evidenza una stringente relazione tra l’aumento di un particolare tipo di linfociti T (TH17) e la fase acuta della malattia. Nessun dato in tal senso è emerso nel gruppo di persone sane. Questa è una importante scoperta considerato che questo tipo di cellule del sistema immunitario supera la barriera ematoencefalica e raggiunge il sistema nervoso centrale, contribuendo alla genesi di questa malattia.

Il ruolo dei batteri intestinali

Quello che i ricercatori dell'Irccs ospedale San Raffaele di Milano volevano dimostrare è se ci fosse una relazione tra microbiota (flora intestinale) e Sclerosi Multipla. Per fare questo hanno analizzato, e monitorato nel tempo, i tessuti dell'intestino di 19 persone con Sclerosi Multipla recidivante-remittente (SM-RR) e quelli di 18 individui sani. Il primo gruppo è stato successivamente suddiviso in due sottogruppi: quelli con la malattia in fase attiva e quelli con la malattia in una fase remissiva.

Quello che i ricercatori sono andati a cercare sono i batteri e le cellule del sistema immunitario. I risultati sono stati particolarmente sorprendenti: i pazienti con la malattia in fase attiva avevano un aumento di linfociti TH17, un particolare tipo di linfocita T che arriva al sistema nervoso centrale danneggiandolo.

Questi linfociti producono una citochina (IL-17) che è presente a dosaggi elevati proprio a livello delle lesioni cerebrali.

Individuato quindi la proteina, i ricercatori hanno analizzato la flora intestinale (microbioma). Anche in questo caso il risultato è stato abbastanza evidente: nei pazienti con Sclerosi Multipla si riduceva la presenza del batterio Prevotella, un inibitore dell’attività delle cellule TH17 e contestualmente aumentavano due ceppi di Streptococco (S.

oralis e S. mitis) ad attività pro-infiammatoria.

La flora intestinale regola il sistema immunitario

La ricerca, coordinata da Marika Falcone (Divisione di Immunologia, trapianti e malattie infettive) e Vittorio Martinelli (Centro Sclerosi Multipla) e diretta dal professor Giancarlo Comi, con il sostegno dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) e della sua Fondazione (FISM), trova l’ennesima conferma nel rapporto tra microbiota e sistema immunitario, un rapporto che è anche alla base del nostro Benessere.

La scoperta dei ricercatori del San Raffaele necessita di ulteriori verifiche ma, nel trattamento dei pazienti con sclerosi multipla, lascia già intravvedere possibili benefici attraverso un controllo della flora intestinale.

Negli ultimi anni c’è una crescente attenzione per la nostra flora intestinale: numerosi studi hanno individuato o ipotizzato l’origine di tumori, cefalee, malattie autoimmune, ipertensione e altre disfunzioni sistemiche oltre a quelle tipiche locali del segmento gastro-intestinale come morbo di Crohn, ecc.