Si chiama progetto Heaven ed è stato annunciato nel 2015 dal neurochirurgo italiano Sergio Canavero. Trapiantare la testa di una persona nel corpo di un altro essere umano: sembra la trama di un film fantascientifico, eppure mancano pochi mesi alla data dell'intervento. Canavero è un visionario che ha creduto da subito nel suo progetto, ottenendo un finanziamento di oltre 11 milioni di euro dalla Cina. L’intervento verrà guidato dal neurochirurgo Xiaoping Ren, della Harbin Medical University. L’operazione durerà 36 ore e sarà eseguita da un team di 150 medici.

L’ingrediente alla base del trapianto di testa è il glicole polietilenico, una colla organica in grado di fondere i tessuti del midollo spinale.

Dai topi agli uomini

A settembre sono stati pubblicati i primi studi in Corea, in collaborazione con l'università americana Rice. Nelle sperimentazioni per il trapianto di testa è stato tagliato il midollo cervicale ai topi. Nel giro di 24 ore, grazie al glicole polietilenico (PEG), si è ottenuta una riconnessione degli impulsi nel punto di taglio. Le critiche non sono tardate ad arrivare: i medici della comunità scientifica volevano vedere la ricrescita delle fibre nervose nel punto di sezione. A gennaio 2017, Canavero e il suo team hanno presentato l'immunoistochimica, dimostrando anche la ricrescita delle fibre.

Successivamente, grazie a particolari tecniche di risonanza magnetica (DTI), il neurochirurgo ha effettuato la statistica su un campione di topi più grossi: ad un gruppo di ratti ha applicato una soluzione placebo, all'altro è stato applicato il glicole polietilenico.

Dopo un mese, i topi trattati con il PEG camminavano senza problemi.

A giugno, il team di Canavero ha pubblicato i risultati definitivi e Il trapianto di testa oggi è diventato realtà. E in una recente intervista americana del business insider, Canavero ci mostra il suo punto di vista, giudicando l'intervento come un'occasione unica per esplorare e rivalutare la nostra personale visione di vita, morte e coscienza umana.

L'appello di Canavero

Il primo volontario per il trapianto di testa era Valery Spiridonov, 30enne russo affetto da atrofia muscolare spinale, una malattia che provoca il deterioramento dei neuroni motori fino alla paralisi completa dei muscoli. Per Valery era un'occasione di rinascita ma il governo russo non ha supportato il progetto. Canavero, in una recente intervista, ha spiegato che la Cina è disposta a finanziare l'intervento per un cinese, non per un russo. Inoltre, il corpo di Valery non è compatibile con un corpo cinese, poiché il rischio di rigetto psicologico è altissimo. Il neurochirurgo chiede formalmente alle autorità russe e al popolo di aiutarlo a salvare Valery, e si rende disponibile ad assistere i medici russi nell'intervento.

I risultati finali dei test sono stati positivi, Dicembre 2017 si avvicina e gli occhi del mondo sono puntati sull'italiano Sergio Canavero: il trapianto di testa sarà il primo passo verso l'immortalità dell'uomo?