Quante volte passando nei pressi di un panificio ci siamo fermati per "assaporare" il delizioso aroma del pane appena sfornato! Per non parlare di pizze e dolci dal profumo inebriante: chissà perché poi i cibi più invitanti, anche a livello olfattivo, sono spesso quelli "proibiti" a chi vive in eterna lotta con la bilancia. Una tentazione continua a cui porre resistenza quasi con eroismo. Eppure, anche solo come battuta, avremo sicuramente pronunciato, almeno una volta nella vita, frasi del tipo: "Ingrasso anche solo annusando il cibo". E se ci fosse un fondo di verità?

È quello che hanno cercato di dimostrare negli USA, con risultati sorprendenti, i ricercatori della University of California.

Il metabolismo viene regolato anche dall'olfatto

L'olfatto è certamente fondamentale per trarre il massimo piacere dal cibo, dunque non sorprende affatto che non potendone sentire l'odore tendiamo a mangiarne meno. Infatti gli esseri umani che perdono l'odorato a causa dell'età, per lesioni cerebrali o malattie come il Parkinson spesso diventano anoressici. Ma la ragione non è chiara, anche perché la depressione che può subentrare in talune condizioni, di per sé può causare la perdita dell'appetito. Il nuovo studio americano, pubblicato sulla rivista Cell Metabolism, suggerisce invece che la perdita dell'odorato svolga un ruolo fondamentale anche sul metabolismo, in particolare nel modo in cui il nostro cervello decide se immagazzinare o bruciare le calorie introdotte con la dieta: se non possiamo sentire l'odore del cibo, questo verrà bruciato piuttosto che immagazzinato sotto forma di grasso.

Lo studio sul modello animale

Per giungere a simili conclusioni gli scienziati dell'University of California hanno utilizzato 3 gruppi di topolini obesi con caratteristiche olfattive diverse: un gruppo privato temporaneamente, tramite una terapia genica, del senso dell'olfatto (per 3 settimane); un gruppo di topolini con odorato normale; un gruppo di "super-smellers", ceppo di topolini con un odorato molto sviluppato ottenuti grazie alla collaborazione con un laboratorio tedesco.

I primi 2 gruppi hanno seguito la stessa dieta ricca di grassi. Come era prevedibile i topolini privati dell'odorato sono dimagriti, ma la cosa che sorprende è che non hanno affatto mangiato meno degli altri. I topolini normali hanno raddoppiato il loro peso. I super-smellers pur seguendo una dieta standard sono ingrassati.

I benefici della privazione dell'odorato non si sono fermati qui: i topolini con sensibilità al glucosio (fattore predisponente per sindrome metabolica e quindi diabete) hanno riportato la glicemia a valori normali e nel dimagrimento non sono stati intaccati massa magra ed ossea, ma anzi in molti soggetti il grasso bianco e quello beige sono stati quasi del tutto trasformati in grasso bruno, metabolicamente più attivo. La dottoressa Céline Riera, intervistata da Berkeley news spiega: "Questo documento è uno dei primi studi in grado di dimostrare realmente che manipolando gli ingressi olfattivi possiamo effettivamente alterare il modo in cui il cervello percepisce e regola l'equilibrio energetico".

Sembra dunque che esista una stretta connessione tra sistema olfattivo ed alcune regioni del cervello che regolano il metabolismo, in particolare l'ipotalamo, anche se i circuiti neurali di tali meccanismi sono ancora sconosciuti.

L'aumento di peso non dipende solo dalle calorie introdotte

L'autore principale dello studio, il dottor Andrew Dillin aggiunge: "I sistemi sensoriali svolgono un ruolo nel metabolismo. L'aumento di peso non è puramente una questione di calorie assunte; è anche legato a come queste calorie vengono percepite. Se riusciremo a convalidare questo negli esseri umani, forse potremo realizzare un farmaco che non interferisca con l'odorato, ma che blocchi quel circuito metabolico.

Sarebbe fantastico." Sia i topi che gli esseri umani sono più sensibili agli odori quando hanno fame, quindi forse la mancanza di odori inganna il cervello inducendoci a pensare di aver già mangiato. Durante la ricerca di cibo, se non riusciamo a soddisfare il bisogno di alimentarci, l'organismo immagazzina le calorie (si attua una sorta di "risparmio energetico"). Una volta che il cibo è stato assicurato, il corpo si sente libero di bruciarle.

Aspetti negativi, possibile cura per l'obesità

La perdita del senso dell'olfatto è stata accompagnata da un notevole aumento dei livelli dell'ormone noradrenalina in risposta allo stress legato all'attivazione del sistema nervoso simpatico. Nell'uomo, un tale aumento sostenuto di questo ormone potrebbe portare ad un attacco di cuore.

Il dottor Dillin afferma tuttavia che potrebbe essere comunque un'alternativa valida per gli obesi morbosi che necessitano di interventi di chirurgia bariatrica ed ipotizza: "Per quel piccolo gruppo di persone, si potrebbe sopprimere l'odorato per quasi sei mesi per poi lasciare che i neuroni olfattivi tornino indietro, dopo aver ripristinato il loro programma metabolico".