Il prediabete è una condizione per lo più asintomatica, caratterizzata da alterata glicemia nel sangue a digiuno, con valori superiori a 110, ma inferiori a 126 mg/dl. Per avere la conferma di tale diagnosi occorre effettuare il test per l'intolleranza al glucosio orale (IGT Test) che mostrerà valori alterati compresi tra 140 e 190 mg/dl. Superati questi valori saremo invece di fronte al diabete di tipo 2 o diabete mellito vero e proprio. Il prediabete non necessariamente porta allo sviluppo della malattia diabetica ed in qualche modo è una condizione reversibile.

I ricercatori dell'Università australiana di Newcastle, basandosi sui numerosi studi riguardanti diabete e prediabete, hanno recentemente stilato alcune regole utili per invertire la temibile avanzata del diabete di tipo 2.

La ricerca dell'Università di Newcastle su diabete e prediabete

Numerosi studi in tutto il mondo, a partire dagli anni 80', hanno da sempre dimostrato che i programmi di prevenzione per il diabete impediscono o ritardano la progressione del diabete di tipo 2. E' stato calcolato ad esempio che basterebbe seguire una Corretta alimentazione per diminuire il peso corporeo del 5-10% , camminare per 30 minuti al giorno, cinque giorni alla settimana, per ridurre il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 di circa il 58% in due anni.

L'Università di Newcastle ha fornito a 101 volontari in fase di prediabete un programma auto-orientato di prevenzione per il diabete della durata di 6 mesi. Queste persone sono state in grado di ridurre la loro porzione di patate e carne e migliorare la loro varietà di alimenti sani. Sono stati capaci inoltre di ridurre la percentuale di energia proveniente dal cibo spazzatura del 7,6% in più rispetto al gruppo di controllo che ha continuato a seguire le proprie cattive abitudini.

I 101 volontari hanno perso 5,5 kg in media e hanno migliorato i livelli di glicemia nel sangue.

Il programma di prevenzione per il diabete di tipo 2

Ecco i 5 suggerimenti forniti dai ricercatori australiani su cui si è basato il programma seguito dai 101 volontari, che ha dimostrato la capacità di allontanare l'insorgenza della malattia diabetica:

  • Più ortaggi e frutta: una meta-analisi degli studi osservazionali che ha incluso oltre 179.000 persone (MRC Epidemiology Unit, Institute of Metabolic Science, Addenbrooke's Hospital, Cambridge), ha dimostrato un minor rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 tra coloro che assumono maggiori quantità di frutta e verdura. In particolare risultano benefiche le verdure a foglia verde come spinaci, cavoli, lattuga, broccoli e crescione;
  • Eliminare bevande gassate, zuccherate e softdrinks in genere: una revisione di 17 studi sulla popolazione statunitense e britannica ha messo in luce l'associazione tra il consumo di bevande zuccherate e diabete di tipo 2. In particolare l'aggiunta di ciascuna bevanda al giorno è stata associata ad un aumento del 13% dell'incidenza del diabete di tipo 2;

  • Aumentare gli alimenti di origine vegetale, ma attenzione: Uno studio su circa 200.000 adulti (Chan School of Public Health, Boston, Massachusetts, USA) tutti infermieri e operatori sanitari degli Stati Uniti, ha messo in evidenza come l'assunzione alimenti di origine vegetale e un basso consumo di quelli di origine animale sia in grado di ridurre mediamente il rischio di diabete di tipo 2 del 20%. Ma c'è una fondamentale differenza: quelli che in assoluto si sono orientati per il consumo di alimenti vegetali più sani (cereali integrali, frutta, verdura, noci, legumi, oli vegetali , tè / caffè) hanno registrato un rischio inferiore del 34% di sviluppare il diabete di tipo 2; coloro che hanno consumato invece un elevato quantitativo di alimenti vegetali poco sani (cereali raffinati, patate, dolciumi, succhi di frutta, bevande zuccherate) hanno visto un aumento del rischio di diabete di oltre il 16%;
  • Attenzione all'indice glicemico degli alimenti: gli alimenti con un alto indice glicemico (IG) vengono digeriti più rapidamente, portando ad un maggior innalzamento dei livelli di zucchero nel sangue dopo il pasto. Valori di IG compresi tra 100 e meno di 55 sono considerati bassi . In una rassegna di 21 studi è stato evidenziato un piccolo, ma significativo aumento dell'8% del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, ad ogni incremento di 5 unità di IG.

  • Bere più caffè: il caffè, anche quello decaffeinato, contiene molecole bioattive che aiutano a regolare i livelli di zucchero nel sangue. L'acido clorogenico migliora il metabolismo del glucosio e la sensibilità all'insulina, mentre l'acido caffeico aumenta l'utilizzo del glucosio da parte dei muscoli. Ciò aiuta a spiegare perché in 28 studi comprendenti oltre un milione di adulti, i bevitori di caffè hanno riportato un rischio più basso di sviluppare il diabete di tipo 2. Per coloro che bevono 3 o più tazzine di caffè al giorno, è stato infatti registrato un rischio inferiore del 21% rispetto a quelli che non hanno mai bevuto o bevuto raramente caffè. Il caffè decaffeinato è stato associato ad un rischio inferiore di sviluppare il diabete del 6% per ogni tazzina assunta.