Non saranno più dodici bensì dieci i vaccini obbligatori, mentre altri quattro saranno facoltativi ma consigliati, e disponibili gratuitamente per quanti vogliano fare la profilassi. Sono state ridotte inoltre le sanzioni previste per i genitori che non ottempereranno all'obbligo di vaccinare i propri figli, ed è stato cancellato dal testo ogni riferimento alla possibile perdita della patria potestà genitoriale, elemento che in precedenza aveva scatenato aspre polemiche. Sono queste le principali novità sul decreto vaccini approvate dalla Commissione Sanità del Senato.

Le sanzioni per gli inadempienti

I genitori che eluderanno anche solo in parte l'obbligo vaccinale verranno sanzionati, ma l'importo massimo della multa scende da 7.500 a 3.500 euro, mentre la sanzione minima sarà di 500 euro. L'importo della multa sarà stabilito in base al numero dei vaccini elusi. Dal testo è stato rimosso ogni riferimento alla possibilità di fare ricorso al tribunale dei minori per quei genitori che ignorano le convocazioni delle Asl. Dopo queste limature il provvedimento sembra essere destinato a sbarcare in Aula al Senato la prossima settimana.

La Regione Veneto presenterà ricorso

"Non siamo contrari alle vaccinazioni, ma siamo contrari ad imporle come obbligatorie, cosa che potrebbe spingere ancora di più all'abbandono vaccinale".

E' questa l'opinione del governatore del Veneto Luca Zaia, intervistato al termine della Conferenza delle Regioni. Il Presidente ha reso noto di essere già in possesso del testo mediante il quale nelle prossime ore sarà presentato un ricorso alla Consulta.

Zaia ha evidenziato come il Veneto sia l'unica regione italiana a non avere un protocollo di obbligo vaccinale, bensì un obbligo di interloquire con le famiglie, come da accordi con il ministero della Salute.

Una prassi che secondo Zaia è in vigore in 15 nazioni europee, tra le quali Germania, Gran Bretagna e altri paesi nordici.

Quasi tutte le regioni sono favorevoli all'obbligo

Il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, al termine dei lavori ha criticato la posizione assunta dalla Regione Veneto in materia vaccinale, evidenziando come tutte le altre regioni -a eccezione della Valle d'Aosta, che ha assunto una linea diversa- siano invece favorevoli al provvedimento. Tra queste anche la Lombardia, regione amministrata come il Veneto da un presidente leghista.