Fino ad oggi avevamo sentito parlare della peste principalmente nelle aule scolastiche in riferimento alla terribile epidemia che colpì il continente europeo nel 1300 e a cui fece riferimento anche Dante Alighieri nella sua opera più famosa la Divina Commedia. Questo, anche se altri casi si verificano costantemente anche ai giorni nostri. Infatti, come riportano tutte le maggiori agenzie di stampa e i quotidiani nazionali, delle pulci infette sarebbero state rintracciate nello Stato americano dell'Arizona, di recente. Queste, sarebbero portatrici di tutte e tre le forme del morbo (bubbonica, polmonare e setticemica).

Mentre nella contea di Santa Fe, nel New Mexico, si sarebbero verificati tre casi di contagio su esseri umani. Tutti e tre risolti positivamente peraltro.

Gli avvertimenti delle autorità sanitarie

Le autorità delle contee di Navajo e Cococino, in collaborazione con il CDC di Atlanta, hanno diramato degli avvisi alla popolazione residente affinché adottassero tutte le precauzioni possibili per evitare di contrarre un morbo particolarmente grave trasmesso da pulci, roditori e conigli e dai loro predatori. Infatti, le pulci infette sono state rinvenute su dei cani randagi della città di Taylor. Il contagio può avvenire attraverso la puntura della pulce infetta o per contatto diretto con un animale o un soggetto malati.

I tre casi di contagio in esseri umani

I casi di contagio su esseri umani si sono verificati all'inizio dell'estate, tutti nella contea di Santa Fè in New Mexico. I casi hanno riguardato un uomo di 63 anni e due donne di 52 e 62 anni, che fortunatamente sono state dichiarate guarite dopo una lunga degenza ospedaliera. Comunque, come risulta dai dati forniti dall'OMS, su circa 3.000 contagiati ogni anno la peste ancora oggi causa circa 600 morti l'anno, sopratutto tra persone che, dopo aver contratto la malattia, non si sottopongono ad alcun tipo di cura.

Perché la peste persiste tuttora negli Stati Uniti

Come ricordavamo all'inizio dell'articolo la peste causò una vera e propria pandemia in Europa nel XIII° secolo a causa, sopratutto, della scarsa igiene. Si calcola che circa il 60% della popolazione europea, 50 milioni di persone, perì a causa del morbo. Oggi le condizioni di vita e di igiene, nettamente migliori, hanno permesso di sradicare completamente dal Vecchio Continente la, cosiddetta, Morte Nera.

Ma anche se i casi registrati sono rari, la malattia continua a persistere negli Stati Uniti, sopratutto negli stati del sud-est, come, appunto, Arizona e New Mexico, ma anche California, Nevada, Colorado, in quanto il clima caldo favorisce la diffusione delle pulci che sono le portatrici del batterio della Yersinia pestis.

Inoltre, molto spesso, le persone contagiate non riconoscono la malattia e pensano di aver contratto una semplice influenza. Di conseguenza non iniziano immediatamente la necessaria terapia antibiotica, che può salvare loro la vita.