I ricercatori del Johns Hopkins Kimmel Cancer Center avrebbero sviluppato un nuovo test del sangue, da loro definito Biopsia liquida, in grado di identificare nelle prime fasi di sviluppo diversi tipi di tumori, da quello al colon fino a quello ai polmoni. Il test si sarebbe dimostrato efficace nel diagnosticare il 50% di questi tumori nella fase asintomatica.

Il test sarebbe stato sviluppato analizzando 200 parti di tessuto e sangue di pazienti provenienti dagli Stati Uniti, dalla Danimarca e dei Paesi Bassi. L'idea fondamentale alla base del nuovo test è quella di identificare precocemente il DNA modificato delle cellule cancerogene.

Lo studio completo e lo sviluppo del nuovo test sono stati pubblicati sulla rivista "Science Translational Medicine". Il nuovo test promette di rivoluzionare il campo della diagnosi precoce dei tumori in quanto finora gli altri tipi di biopsie liquide ideate erano in grado di scovare solo tumori in uno stadio molto più avanzato.

Cosa è in grado di fare il nuovo test

Questo innovativo tipo di biopsia liquida è in grado di distinguere il DNA dei tumori in fase di sviluppo dal DNA di altre patologie o cellule che possono essere scambiati per dei biomarcatori del cancro. Come spiegato dal Dottor Victor Velculescu, questo nuovo test dimostra che l'individuazione del cancro nella fase di sviluppo è possibile grazie all'analisi del cambiamento del DNA che avviene a livello del sangue.

E il nuovo metodo di sequenziamento è estremamente preciso ed affidabile. La sfida, secondo quanto riferisce ancora Velculescu, è stata quella di sviluppare un test che fosse in grado di prevedere la presenza del cancro senza conoscere anticipatamente le mutazioni che avvengono a livello di DNA nelle cellule cancerogene.E che, nello stesso tempo non fosse soggetto ai, cosiddetti, 'falsi positivi'.

Le difficoltà affrontate dai ricercatori

La difficoltà principale incontrata nello sviluppo di questa nuova metodologia è stata, come ricordavamo, quella di distinguere il DNA del cancro in via di sviluppo da quello di altre mutazioni, cosiddette normali, del sangue. Anche perché, come fanno notare gli autori dello studio, solo una piccola parte delle mutazioni derivate dal sangue evolvono in neoplasie o tumori di vario genere.

Di conseguenza, analizzando i tessuti e il sangue di circa 200 pazienti, i ricercatori si sono concentrati su ben 58 geni differenti che, notoriamente, sono collegati a diverse patologie tumorali.

Comunque, i primi risultati del test sono stati molto soddisfacenti. Infatti, è stato possibile rilevare più del 60% dei tumori di stadio I e stadio II. E questo sia relativamente al cancro del colon sia relativamente al tumore polmonare. Ma anche le percentuali relative al tumore del seno e del tumore delle ovaie sono risultate molto soddisfacenti. Infatti la predittività del test variava da una percentuale minima superiore al 65% fino ad un massimo superiore all'80% per il tumore al seno, mentre per quanto attiene al carcinoma ovarico si è arrivati ad una percentuale massima del 70% circa.

Il test chiamato tecnicamente sequenziamento mirato di correzione degli errori, viene ripetuto 30 mila volte per ogni codice chimico presente nel DNA. Come riconoscono gli stessi autori dello studio saranno necessarie altre conferme sperimentali, ma le premesse sono molto promettenti.