Il microbiota intestinale è sempre più al centro dell'interesse della comunità scientifica, perché ad una flora intestinale sana corrisponde un miglior stato di salute generale. Il microbiota è considerato quasi un "organo" a se stante dalla composizione estremamente varia e variabile. Un nuovo studio britannico della University of Nottingham's School of Medicine in collaborazione con King's College London, suggerisce che il consumo di alimenti ricchi di omega-3 riesca promuovere la biodiversità del microbiota intestinale. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Reports.

Le proprietà degli Omega 3

Gli acidi grassi Omega-3, sono definiti "essenziali" in quanto il nostro organismo non è in grado di produrli da solo, pertanto devono essere introdotti con la dieta. Le proprietà degli Omega-3 sono ben note: abbassano il colesterolo "cattivo" (HDL), riducono la pressione sanguigna, migliorano la salute cardiovascolare in generale e hanno un effetto antinfiammatorio. Inoltre alcuni studi hanno anche messo in evidenza la capacità degli Omega-3 di ridurre i sintomi dell'artrite reumatoide e migliorare la resistenza ossea, nonché di proteggerci dal declino cognitivo legato all'età o alla demenza. A questa lunga lista di benefici potrebbe aggiungersi una nuova proprietà, altrettanto importante.

Il microbiota intestinale

Tra le varie funzioni dei 38 trilioni di batteri che vivono all'interno del nostro intestino abbiamo quella di mantenere il nostro sistema immunitario sano e pronto a combattere. La perdita di diversità microbica è stata associata, tra le altre cose, alla sindrome del colon irritabile e al cancro del colon-retto.

Uno degli autori principali dello studio, la Dott.ssa Ana Valdes, in un'intervista che appare su Medical news today, spiega: "Il nostro apparato digestivo ospita trilioni di microrganismi, la maggior parte dei quali sono utili in quanto svolgono un ruolo fondamentale nella nostra digestione, nel sistema immunitario e regolano anche il nostro peso".

Per la ricerca in questione Valdes e colleghi hanno esaminato il legame tra l'assunzione di omega-3 e la biodiversità dei batteri intestinali in donne di mezza età ed anziane.

Gli omega 3 migliorano la salute dell'intestino e non solo

In particolare i ricercatori hanno analizzato i livelli di acido docosaesaenoico (DHA), un tipo di acido grasso della serie omega-3, nonché i livelli sierici totali di omega-3 e i dati microbiologici di 876 gemelle."Questo gruppo di 876 donne volontarie era stato precedentemente utilizzato per indagare il contributo genetico umano al microbioma intestinale in relazione all'aumento di peso e alle malattie" ha affermato la Dott.ssa Valdes. I dati microbiologici sono stati analizzati usando la tecnica del sequenziamento dell'acido ribonucleico ribosomico 16S.

L'assunzione di cibo Omega-3 è stata valutata utilizzando un questionario di frequenza alimentare. La Dott.ssa Valdes spiega: "Noi [...] abbiamo constatato [che l'assunzione di omega-3], insieme ai livelli di siero [...] di omega-3, sono fortemente associati alla diversità e al numero di specie di batteri sani nell'intestino". L'associazione era indipendente dal fatto che i partecipanti avessero o no anche una dieta ricca di fibre. La dottoressa Cristina Menni, del King's College di Londra, aggiunge: "Abbiamo anche rilevato la minor presenza di batteri specifici legati all'infiammazione e un minor rischio di obesità nelle persone che assumono maggiormente acidi grassi omega-3".

Il ruolo del NCG, le migliori fonti di Omega 3

L'aumento dei microrganismi "buoni" ha riguardato in particolare i batteri della famiglia delle Lachnospiraceae. Ma nel tentativo di capire il meccanismo dell'associazione tra Omega-3 e flora intestinale, i ricercatori hanno effettuato ulteriori test scoprendo che "livelli elevati di omega-3 nel sangue [...] sono correlati a livelli elevati di un composto chiamato N-carbamilglutamato (NCG). L'[NCG] ha dimostrato di ridurre negli animali lo stress ossidativo nell'intestino. Crediamo che alcuni degli effetti positivi degli omega-3 sull'intestino siano dovuti al fatto che gli omega-3 inducano i batteri a produrre questa sostanza" conclude la Dott.ssa Cristina Menni. Ricordiamo che le migliori fonti di Omega-3 sono: noci, avocado, soia, pesci grassi (salmone, trota, sgombro...), semi di lino, olio di pesce, alghe.