Una recente ricerca scientifica condotta in Danimarca potrebbe aprire le porte ad una nuova cura per il diabete. Il protagonista dello studio condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università di Aarhus è il caffè. Milioni di italiani lo bevono quotidianamente, sia a casa che al lavoro. Molte persone, ogni giorno, hanno l'abitudine di fare colazione bevendo soltanto del caffè. Da oggi a berlo potrebbero essere ancora più persone. Secondo lo studio pubblicato sull'importante rivista scientifica Journal of Natural Products, il caffè contiene una sostanza che porta grossi benefici a chi soffre di diabete.

Le proprietà del cafestolo

La ricerca danese ha dimostrato che il caffè può essere considerato un'arma contro il diabete grazie alla presenza del cafestolo, una sostanza che stimola la produzione di insulina. Inoltre il cafestolo aiuta anche nel controllare la quantità di glucosio nel sangue e a ridurre il rischio di contrarre la malattia, grazie alle sue proprietà benefiche. È quanto è stato scoperto e scritto nero su bianco al termine di uno studio che ha coinvolto tre gruppi di topolini, che in comune avevano concrete possibilità di ammalarsi di diabete. I ricercatori dell'Università scandinava hanno diviso i topolini in tre gruppi distinti. Il primo, definito gruppo di controllo, non riceveva il cafestolo.

Invece, ciascun topolino del secondo gruppo ha ricevuto 1,1 milligrammi di cafestolo. Al terzo gruppo la dose somministrata è stata ridotta a 0,4, in modo da capire quali fossero le differenze più macroscopiche rispetto alla "cura" realizzata. L'esperimento dei ricercatori danesi è andato avanti per un totale complessivo di 10 settimane.

I risultati dello studio

Il secondo e terzo gruppo, al termine della sperimentazione, hanno ottenuto i risultati migliori. Specialmente il gruppo di topolini a cui è stato somministrato ogni giorno 1,1 milligrammi di cafestolo ha avuto la risposta più efficace, presentando in percentuale una riduzione tra il 28 e 30 per cento della glicemia nel sangue.

Più o meno simili le percentuali anche del secondo gruppo, percentuali che si riferiscono chiaramente al gruppo di controllo che non aveva invece ricevuto la sostanza contenuta nel caffè. Un altro dato molto interessante prodotto dallo studio pubblicato sul Journal of Natural Products è quello relativo all'aumento del 42 per cento della sensibilità all'insulina, vale a dire l'ormone che controlla lo zucchero nel sangue. Nel prossimo futuro, il cafestolo potrebbe rientrare anche nei farmaci assunti quotidianamente dalle persone che convivono con il diabete.