Farmaci come il salbutamolo, normalmente utilizzato sottoforma di spray per l'asma grazie alla sua azione di blocco dei recettori beta-adrenergici di tipo 2, riducono in maniera significativa il rischio di sviluppare il morbo di parkinson. La scoperta è di fondamentale importanza ed è avvenuta grazie al lavoro congiunto tra ricercatori dell'Università di Bergen, in Norvegia, e ricercatori dell'Università di Harvard negli Stati Uniti d'America, e ha meritato la pubblicazione sulla prestigiosa rivista Science.

Genetica del Parkinson e corpi di Lewy

Nella maggior parte dei pazienti affetti dal morbo di Parkinson, diverse aree cerebrali contengono degli accumuli anomali di una proteina normalmente prodotta dai neuroni che si chiama alfa-sinucleina. Gli accumuli di alfa-sinucleina sono presenti all'interno dei neuroni e prendono il nome di inclusioni oppure corpi di Lewy che a lungo andare, impediscono ai neuroni di funzionare correttamente fino a produrre la morte neuronale.

L'alfa-sinucleina viene prodotta a partire da un gene indicato con la sigla SNCA. Infatti, nel DNA dei pazienti affetti da morbo di Parkinson di natura familiare, dunque con una origine genetica ben chiara, esistono due o tre copie del gene SNCA e la conseguenza è una produzione abnorme di alfa-sinucleina e corpi di Lewy.

Nei casi di morbo di Parkinson non su base genetica il gene SNCA ha un'attività troppo intensa, sebbene non vengano raggiunti i livelli dei casi di Parkinson su base genetica, e viene prodotta alfa-sinucleina in eccesso con conseguente formazione, anche in questo caso, di corpi di Lewy. Il problema è che fino ad oggi i fattori di regolazione del gene SNCA sono rimasti sconosciuti.

Il salbutamolo previene il morbo di Parkinson

Per scoprire i fattori di regolazione del gene SNCA, principale responsabile della formazione dei corpi di Lewy, hanno testato più di mille sostanze approvate dalla FDA, l'agenzia del farmaco americana, sull'attività del gene in neuroni umani in coltura. Hanno così scoperto che i farmaci che inibiscono l'attività di alcuni recettori per l'adrenalina nell'organismo, i recettori beta-2-adrenergici, riducono anche l'attività del gene SNCA.

D'altra parte, i farmaci che potenziano l'attività degli stessi recettori per l'adrenalina nell'organismo, aumentano l'attività del gene SNCA.

Sulla base di questi risultati hanno voluto verificare che l'utilizzo delle due classi di farmaci fosse associato a un minore o maggiore rischio di sviluppare il morbo di Parkinson. La prima classe di farmaci, rappresentati dal salbutamolo, è alla base degli spray che vengono usati per controllare le crisi di asma. Invece, la seconda classe di farmaci, rappresentati dal propanololo, sono impiegati in alcune malattie cardiovascolari.

I ricercatori norvegesi e americani hanno poi incrociato i dati provenienti dal registro elettronico delle prescrizioni farmaceutiche del servizio sanitario norvegese con la storia clinica dei pazienti riportati nel database.

In questo modo, hanno scoperto che i pazienti in terapia per l'asma con salbutamolo avevano un rischio di sviluppare il morbo di Parkinson più elevato rispetto agli altri e che, al contrario, i pazienti che facevano uso di farmaci per le malattie cardiovascolari come il propanololo avevano un rischio aumentato.

Come atteso, in un modello animale, i ricercatori hanno ulteriormente osservato che il farmaco usato nell'asma riduce la formazione di corpi di Lewy dimostrando che il controllo dell'attività del gene SNCA si traduce in una riduzione della produzione di alfa-sinucleina.

"La nostra scoperta" commenta Trond Riise, uno dei ricercatori senior dello studio "apre la strada per mettere a punto strategie terapeutiche totalmente nuove per curare il morbo di Parkinson. Ora, futuri studi clinici devono tradurre la nostra scoperta in applicazioni utili per i pazienti".