Come scriveva qualcuno è possibile resistere tutto, tranne che alle tentazioni. Ed in effetti in campo culinario l'aforisma di Oscar Wilde calza quanto mai a pennello. D'altronde non è certo un caso che la chiesa abbia inserito la gola tra i sette peccati capitali. D'altro canto in tema di cibo e in particolare di dolci, accade di notare un fenomeno che potrebbe sembrare singolare: vi sono ad esempio delle persone che pur rimpinzandosi di dolci non ingrassano ed altre che si concedono questo 'peccato' più raramente, che invece mettono peso con facilità e presentano picchi glicemici elevati.

Si tratta di un problema non di poco conto, se si considera che l'assorbimento eccessivo del glucosio, oltre che aumentare le probabilità di diventare obesi, aumenta anche il rischio di sviluppare sindromi metaboliche, tra cui in particolare il diabete. Inoltre va tenuto conto che i picchi glicemici che si verificano dopo pasto, ovvero l'aumento dei livelli di glucosio nel sangue, nel tempo portano all'accumulo di danni a carico del sistema cardiovascolare, delle arterie della retina, dei reni e dei nervi. Ma a cosa si devono queste differenze?

Diabete: non tutti i pazienti sono uguali

A rispondere a questa domanda è una ricerca tutta italiana, curata dal professor Giorgio Sesti, che è ordinario di medicina interna dell'Università Magna Graecia di Catanzaro, oltre che presidente della società italiana di diabetologia (Sid).

Stando a questo studio, alcune persone sono portate ad assorbire maggiori quantitativi di zuccheri a causa del trasportatore Sglt-1, che è specializzato nell'assorbimento del glucosio a livello del duodeno. La ricerca aiuta quindi a comprendere perché le persone a rischio di diabete presentano picchi di glicemia subito dopo i pasti.

Lo studio ha preso in esame 58 volontari a cui è stato dato da bere una bevanda contenente 75 grammi di glucosio. I ricercatori quindi hanno eseguito degli esami per misurare i livelli di questo trasportatore Sglt-1. Ebbene i volontari che dopo un'ora presentavano un'alta glicemia ed i volontari con bassa tolleranza glucidica hanno subito un aumento dei livelli di questo trasportatore nell'intestino, del tutto simili a quelli rilevati nei pazienti con diabete di tipo 2.

La ricerca che è stata pubblicata sul Journal of Clinical Endocrinology, evidenzia quindi che alcune persone assorbono un eccesso di glucosio proprio a causa dell'attività di questo speciale trasportatore. Ma cos'è il diabete di tipo 2?

Diabete di tipo 2

Il diabete mellito di tipo 2 interessa soprattutto in età matura. Questo diabete non viene definito insulino -dipendente perché a differenza del tipo 1, l'iniezione dell'insulina non ha la stessa vitale importanza come nell'altro tipo di diabete. Nel caso di questo tipo di diabete possono verificarsi due situazioni: o la quantità di insulina prodotta è insufficiente oppure può accadere che l'insulina prodotta non sia soddisfacente. Inoltre alla componente ereditaria si affiancano alcuni fattori di rischio che ne aumentano l'incidenza: obesità, mancanza di attività fisica, ipertensione. Se siete interessati a questi argomenti riguardanti la salute cliccate in alto sul tasto Segui a destra accanto al nome dell'autore.