In Madagascar si sta diffondendo molto velocemente un'epidemia di peste polmonare, la forma più pericolosa di peste: l'infezione ha già raggiunto la capitale, Antananarivo, ed i maggiori centri abitati. Le autorità sanitarie del posto hanno riferito che tre giorni fa i contagiati erano già 343 e le vittime 42. Purtroppo il numero di morti e contagiati è destinato a salire e l'OMS sta monitorando con preoccupazione la piaga endemica. Nell'isola non è raro imbattersi in focolai di peste, ma solitamente è la variante "bubbonica" ad interessare il popolo malgascio.

La peste bubbonica è causata dal batterio Yersinia pestis, lo stesso che provocò a metà del 1300 la tristemente famosa "morte nera", che a metà del Trecento uccise almeno un terzo della popolazione europea, forse anche di più. Allora la causa scatenante fu l'alta mortalità di roditori dovuta alla scarsità di cibo e al clima rigido, per cui le pulci normalmente parassite dei topi attaccarono l'uomo e altri mammiferi, propagando il bacillo della peste. I serbatoi dell'agente patogeno infatti sono i ratti e i roditori selvatici, che trasmettono il bacillo alle pulci che di conseguenza diventano pericolose per l'uomo. Il contagio tra umani è più difficile ed avviene solo tramite insetti che succhiano sangue, come pulci o pidocchi.

La variante polmonare

La peste polmonare è più pericolosa e subdola della bubbonica perchè riesce a trasmettersi da individuo ad individuo per via aerea. Il contagio quindi è rapido ed avviene tramite starnuti, tosse e goccioline di saliva di individui infetti. Il batterio che la origina è sempre lo stesso ma si sviluppa solo quando la "normale" peste bubbonica non viene curata, per cui l'infezione si diffonde fino all'area polmonare.

Il suo decorso è sempre letale, mentre la peste bubbonica è mortale dal 30% fino al 60% dei casi: il trattamento prevede una terapia antibiotica immediata. L'OMS ha già consegnato alla popolazione malgascia 1,2 milioni di dosi di medicinale, classificando il rischio nazionale come altissimo, mentre rimane basso il rischio che la peste si possa diffondere all'estero.

Il paziente zero

Il focolaio primario è stato identificato nel paziente zero, un 31enne della città di Toamasina, che a fine estate avrebbe cercato di recarsi nella capitale usufruendo di mezzi pubblici di trasporto. Non ha mai raggiunto Antananarivo perchè è deceduto durante il tragitto, ma negli 800 km percorsi ha contagiato numerosissime persone. L'epidemia poi è dilagata grazie all'estrema povertà del Paese e alle sue scarsissime condizioni igieniche, soprattutto nelle zone più lontane dai centri abitati, dove il popolo è a stretto contatto con animali selvatici e roditori di ogni genere. Addirittura in condizioni di estremo bisogno alcune persone si cibano di ratti, mettendo a rischio la loro salute e quella dei famigliari.