Il Ministro dell'Agricoltura Martina ha annunciato la firma del decreto che obbligherà i produttori ad apporre l'origine del pomodoro nelle etichette di sughi, salse, concentrati e passate, polpe e conserve. trasparenza, quindi, anche per il pomodoro, di cui dovrà essere indicata l’origine, ovvero dove è stato coltivato e trasformato. Con grande soddisfazione della Coldiretti e di varie aziende produttrici di conserve, ogni prodotto che abbia almeno il 50% di derivati del pomodoro recherà scritto il Paese di coltivazione del pomodoro e quello di trasformazione.

Se questi 2 aspetti dovessero aver luogo in territori disseminati in più Paesi, si dovrà scrivere "Paesi Ue e NON Ue". Nel caso in cui tutte le fasi avvengano in Italia, è permesso scrivere “Origine del pomodoro: Italia”. Le informazioni dovranno essere ben leggibili e riconoscibili, site in un punto evidente sull'etichetta, e naturalmente, indelebili. Un'ottima notizia per le aziende italiane,che ultimamente avevano accusato il "colpo" dell'importazione di derivati cinesi del pomodoro: ultimamente le importazioni dalla Cina del concentrato di pomodoro, spacciato spesso nel prodotto finale come Made in Italy, sono aumentate del 36%, pari a 92 milioni di chili.

La notizia segue a stretto giro quella degli obblighi sull'etichetta di latte, pasta e riso: le battaglie condotte dai coltivatori ed allevatori italiani non porterà benefici soltanto al mercato agroalimentare italiano, ma a tutta la popolazione, in termini di salute.

E' noto infatti che i procedimenti utilizzati per la coltivazione e per l'allevamento di animali per il consumo umano, in Italia, seguono delle regole che rispetto a quelle di molti Paesi europei ed extraeuropei sono molto ferree.

Latte, pasta e riso... e pomodori

I derivati del pomodoro sono gli ultimi arrivati nella ricerca di una maggior trasparenza e il Governo ha chiesto all'Ue una deroga per modificare le etichette.

Solo pochi mesi fa era partito l'obbligo di tracciare l'origine del latte sulle etichette dei formaggi, mentre sarà pronta a breve una norma identica che definisca la provenienza di pasta e riso. La norma riguarderà in particolare la provenienza del grano duro, che si è scoperto originare da diversi Paesi extraeuropei nei più conosciuti ed usati tipi di pasta.

I produttori di pasta e le associazioni ad essi collegate hanno fatto ricorso al Tar, dal momento che vedono la norma come un'inutile provocazione che non aggiunge qualità, ma il Ministro Martina è deciso a proseguire per la sua strada ai fini della completa trasparenza ed innovazione.