omeopatia: arriva una vera e propria rivoluzione nel settore farmaceutico, grazie alle prime autorizzazioni dell’AIFA che trasformeranno i cosiddetti 'rimedi omeopatici' in veri e propri farmaci presenti in prontuario. Sarebbero, finora, oltre 3mila le richieste di autorizzazione per la loro immissione in commercio. Una grande e attesissima novità per le aziende dei farmaci omeopatici.

Farmaci omeopatici: da quando le novità in Prontuario

Il termine ‘preparato omeopatico’ tra non molto sarà cancellato dal dizionario medico e l’omeopatia entrerà di diritto nel prontuario farmaceutico, così come è già avvenuto in altri paesi europei.

Il programma prevede che da gennaio 2019 tutti i farmaci omeopatici in commercio e che, nello specifico, avranno ottenuto l’AIC (Autorizzazione all'Immissione in Commercio) come accade per i farmaci allopatici, saranno introdotti in prontuario. Entro lo scorso 30 giugno le case farmaceutiche omeopatiche interessate hanno infatti dovuto presentare all’Agenzia del farmaco un lungo dossier dei propri farmaci per poter ottenere la relativa autorizzazione e inoltre, come sottolineato dal presidente Giovanni Gorga di Omeoimprese, avrebbero, in parallelo, dovuto sostenere investimenti onerosi per potersi adeguare alle richieste di AIFA.

Omeopatia: si apre il dialogo con la medicina allopatica

Un’importante e sofferta rivoluzione del campo farmaceutico, che dovrebbe mettere fine ai notevoli condizionamenti ideologici che fino ad oggi hanno influenzato il mondo accademico e le conseguenti scelte selettive ai danni dei farmaci omeopatici.

A causa di questo muro ideologico, secondo gli specialisti del settore, non si sarebbero mai potute create le giuste e corrette condizioni per un possibile dialogo. Da oggi dunque sarà importante diffondere una migliore cultura sull’omeopatia, dove sarà importante far comprendere che il medico omeopata è un laureato in medicina e specializzato nel campo dell’omeopatia e soprattutto che i prodotti che lui prescriverà saranno veri e propri farmaci e non pozioni o blandi rimedi.

L’Italia, che risulta al terzo posto nel mercato europeo del settore omeopatico, si spera sia pronta al grande salto. Il vero problema per le aziende che producono farmaci omeopatici risiederebbe soprattutto sulle scarse possibilità economiche relative ai costi di registrazione dei propri farmaci, di gran lunga inferiori rispetto alle aziende big sul mercato dei farmaci allopatici.