Alcuni hanno riferito di aver visto una luce alla fine di un tunnel, mentre altri dicono di aver galleggiato sul proprio corpo, guardando i medici cercare di salvare la loro vita. Ma la verità dei racconti delle persone che hanno avuto esperienze di "quasi morte" è stata sempre discussa. Gli scienziati hanno, ora, scoperto che la coscienza di una persona continua a funzionare anche dopo che il corpo ha cessato di mostrare segni di vita, il che significa che l'individuo è consapevole della propria morte. E ci sono persone che rivelano che dopo essere "quasi morti " (ovvero che il cuore ha smesso di battere per qualche minuto) sia riuscito a sentire la propria morte annunciata dai medici.

Come in "Flatliners"

Questo assomiglia alla trama della nuova ri-edizione del film di Hollywood degli anni '90 "Flatliners", con Ellen Page come protagonista. Nel film, un gruppo di giovani medici si imbarca in un pericoloso esperimento, cercando di indagare chimicamente il proprio cuore: cercando di farlo fermare per qualche minuto, proprio per scoprire esattamente ciò che accade nell'aldilà.

Chi sono i "quasi morti"?

Una squadra della Langone School of Medicine dell'Università di New York si è posta la stessa domanda del film, attraverso due casi in Europa e negli Stati Uniti di persone che hanno subito un arresto cardiaco e "sono tornati in vita". L'autore dello studio, il dottor Sam Parnia, ha dichiarato: "un paziente tornato in vita dopo un forte arresto cardiaco, descriveva i medici e gli infermieri che lavoravano mentre stava per morire, e le conversazioni che hanno avuto.

Egli aveva quindi, piena coscienza, anche visiva, di ciò che stava accadendo poichè non ci sarebbe alcuna spiegazione di come il paziente potesse conoscere tutti quei dettagli."

Il comportamento celebrale dopo l'arresto cardiaco

Da questo approfondito studio si è quindi, dedotto che, la morte delle cellule cerebrali può richiedere ore di conseguenze potrebbe essere molto probabile che il paziente abbia piena coscienza delle cose anche quando i cuore non batte più.

I medici definiscono la morte quando il cuore non batte più, dato che che immediatamente viene interrotto l'approvvigionamento di sangue al cervello. "Tecnicamente, questo è come si arriva alla morte, dipende tutto da quando il tuo cuore si ferma", ha spiegato il dottor Sam Parnia. Una volta che accade, il sangue non circola più nel cervello, il che significa che la funzione del cervello si ferma quasi immediatamente.

"Perdi tutti i tuoi riflessi del cervello - la tua riflessione nauseante, il tuo riflesso pupille, tutto è andato."

La corteccia cerebrale, che è responsabile del pensiero e dell'elaborazione delle informazioni dai cinque sensi, si appiattisce immediatamente. Ciò significa che in 2 o 20 secondi non saranno rilevate onde cerebrali in un monitor elettrico. Ciò provoca una reazione di processi cellulari concatenati che causeranno la morte delle cellule cerebrali. Tuttavia, questo potrebbe richiedere ore dopo che il cuore si è fermato, ha detto il dottor Parnia. Infine, eseguire la rianimazione cardiopolmonare (RCP) per un paziente, il cui cuore non è più in funzione da qualche secondo, potrebbe causare l'invio del sangue al cervello, circa il 15% di quanto ne ha bisogno per funzionare normalmente.