Quasi alla fine dell'anno 2017 si torna a parlare di radioattività, in particolare di raggi gamma e contaminazione nel cibo (da cui l'hashtag #yFood). Sul web non si contano più le notizie relative al mistero dell’aria radioattiva sull'Italia (Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia-Giulia) e in alcuni Paesi d’Europa. È stato rilevato Rutenio-106, un elemento usato anche in medicina per il trattamento di alcune tipologie di tumori oculari e come fonte di energia per i satelliti. Terrorismo? Fuga radioattiva insabbiata dal Governo o da Organizzazioni Private?

Fatto sta che la gente è preoccupata, soprattutto per la contaminazione ambientale e del cibo che mangiamo tutti i giorni. La causa è ancora da accertare e la situazione si appesantisce sempre di più: è recente l’ennesima esplosione nucleare avvenuta in Corea del Nord, con relativa fuga radioattiva, e visto il rischio delle importazioni da oriente è ora diventato importante iniziare a controllare l’etichetta al supermercato per conoscere la provenienza degli alimenti. Ma come appena accennato, la situazione non è delle più idilliache: importiamo prodotti contaminati dal Giappone, gli stessi prodotti agroalimentari che nei Paesi dove è avvenuto il disastro nucleare (Chernobyl e Fukushima) hanno limiti più restrittivi rispetto all'Europa in fatto di commercializzazione e distribuzione sul territorio locale.

Radiazioni ionizzanti sugli alimenti

Quel che però interessa ora ai cittadini italiani ed europei è sapere quali alimenti sarebbe meglio evitare. E questo porta a fare una breve riflessione sul problema dei controlli in Europa: la proposta di Bruxelles di cancellare i controlli sul potenziale cibo radioattivo proveniente dal Giappone, ha spiazzato tutti.

La salute dei bambini potrebbe essere a rischio futuro, dato che uno dei prodotti derivati dal riso ritirato dalla lista degli alimenti da sottoporre ai controlli, è proprio il riso utilizzato negli alimenti per neonati e destinato appunto ai bimbi. Un’idea quantomeno bizzarra vista anche la preoccupazione della stessa Bruxelles di introdurre o rafforzare le norme sulla sicurezza relativa alle dosi da radiazioni ionizzanti su alcuni alimenti seguendo una direttiva del 2013, con febbraio 2018 come data di scadenza alla quale gli stati membri devono far riferimento per adattarsi alle nuove regole.

Infatti, alcune conseguenze derivanti dall'assunzione di cibo contaminato, anche minimamente, da radiazioni, potrebbero causare il cancro anche in un momento futuro della nostra vita. Senza contare i test atomici della Corea del Nord, delle carni radioattive trovate in alcuni animali in Liguria per via di una presunta contaminazione del foraggio, e dei rifiuti radioattivi stoccati in UK ma che, a causa della Brexit, potrebbero tornare nei paesi d'origine, Italia inclusa (stiamo parlando di centinaia di tonnellate di scorie radioattive).

Frutta naturalmente contaminata

Cosa mangiamo quindi a tavola? L’elenco potrebbe essere infinito e sul web si trovano delle liste non ufficiali: la banana è probabilmente l’alimento più radioattivo presente in natura, come lo sono anche tutti quei cibi ricchi di potassio, come l’albicocca.

Ecco, forse sarebbe meglio evitare di esagerare mangiando tre banane al giorno, tutti i giorni per un anno, perché incrementerebbe il rischio di morte nella stessa probabilità della routine quotidiana, o di guidare un’auto. Insomma, vista la situazione, prevedere una dieta anticancro e anti radiazioni di contrasto, sarebbe forse da prendere in considerazione.