Il ministro della salute Beatrice Lorenzin, ha escluso che il contagio di Sofia, la bimba di 4 anni morta a settembre per malaria, sia avvenuta in un ambiente esterno all'ospedale. L'affermazione del ministro arriva in seguito ai risultati di attente ricerche e verifiche.

Le indagini delle autorità preposte

A breve arriverà il report completo dell'istituto di sanità che svelerà la verità e tutti i particolari sul contagio di Sofia presso l'ospedale di Trieste. In un recente convegno a Milano, il ministro ha affermato che saranno le autorità competenti a intervenire sull'ospedale dove la bimba ha contratto la malaria.

Secondo i risultati delle prime analisi effettuate, il ceppo del parassita presente nel corpicino della bimba è lo stesso delle due bambine del Burkina Faso, ricoverate nello stesso reparto. Il ministro Lorenzin ha quindi assicurato che non esistono sul territorio nazionale ceppi di zanzare, responsabili della malaria.

La proroga sul caso di Sofia

Il procuratore capo di Trento Marco Gallina che conduce l'inchiesta aperta per omicidio colposo, ha chiesto una proroga sulla consegna delle relazioni sul caso di Sofia. Le indagini in corso hanno come obiettivo quello di individuare oltre le responsabilità, la dinamica e le cause della morte della piccola avvenuta nell'ospedale di Brescia. Infatti, la piccola in un primo momento era stata ricoverata a Portogruaro (Venezia), successivamente a Trento, dove avrebbe contratto la malattia e infine all'ospedale di Brescia, dove è avvenuto il decesso.

Purtroppo, ad oggi non esistono novità sul caso e la proroga è stata chiesta proprio perché esistono difficoltà tecniche nel prosieguo delle indagini.

I ritardi e il mistero sul contagio

In che modo sia avvenuto il contagio è ancora un mistero. Nella ricerca della verità e di dati attendibili sono impegnati molti consulenti oltre all'Istituto superiore della sanità.

Da quest'ultimo, infatti, non sarebbero ad oggi pervenuti dati rilevanti, relativi alla dinamica del contagio. La trasmissione della malattia avviene di solito con la puntura di una zanzara femmina. Il parassita va ad installarsi nei globuli rossi della persona infettata, di conseguenza il contagio può avvenire attraverso aghi contaminati, trasfusioni si sangue o trapianto di organi.

Da anni si parla di malasanità, anche se nel nostro paese esistono poli di eccellenza e nella maggior parte dei casi il personale medico e paramedico svolge la professione in modo impeccabile. Se le indagini sulla morte di Sofia, rivelassero negligenze da parte del personale sanitario, ciò sarebbe un grave esempio di mancanza di sicurezza negli ospedali.