Ricordate quella volta in cui avete guardato video sulla riproduzione delle locuste per tutta la notte pur di non concludere l'ultimo capitolo della vostra tesi? Vi è mai capitato di leggere articoli sul pane agli insetti pur di evitare di andare alle poste? Se sì, non preoccupatevi: non siete impazziti, soffrite solo di procrastinazione seriale! Fiumi di letteratura e di meme sono stati generati da una delle presunte piaghe dell'epoca contemporanea, la quale ci spinge ad essere sempre più performativi, impegnati, stressati e, simultaneamente, ci offre mille motivi e infiniti mezzi per scappare dalle nostre responsabilità.

In che modo, allora, è possibile inquadrare questo oscuro fenomeno collettivo?

Di cosa parliamo quando parliamo di procrastinazione?

Secondo recenti studi, la nostra incapacità di eseguire immediatamente delle azioni urgenti ed importanti non dipenderebbe semplicemente da una cattiva gestione del tempo e degli impegni quotidiani. Il procrastinare, difatti, sarebbe un meccanismo di "evitamento" della mente umana, una vera e propria difesa psichica volta a proteggere il nostro organismo da stimoli nocivi. La resa e la fuga dai nostri obiettivi giornalieri, seppur portatrice di piccole gioie quotidiane, ci trascina nel baratro profondo del senso di colpa e della vergogna. Ci sentiamo inadatti, incapaci, al centro di un vortice impetuoso generato dalla nostra apparente assenza di volontà.

Ciò che non riusciamo a percepire, nell'immediato, è che è la nostra stessa interiorità ad amplificare il terrore verso una determinata situazione, mostrandola come irrisolvibile e incredibilmente complessa. La spirale perversa della procrastinazione continua nel suo moto perpetuo deformando la nostra percezione della realtà.

Ci sembra quasi impossibile, certe volte, consegnare prima di una scadenza, iniziare una dieta oppure pagare le bollette in tempo. In realtà, la soluzione consisterebbe nell'avere più cura del nostro sé del futuro, imparando anche a perdonarci un po' per gli errori commessi in passato.

Il sé del presente e il sé del futuro

Quando diciamo che è dalle azioni, anche sbagliate, del passato che possiamo apprendere qualcosa di salutare per il futuro, non stiamo mentendo.

Se imparassimo a non biasimarci per ogni sbaglio, cercando di comprendere le motivazioni che sono alla base di alcuni meccanismi lesivi, probabilmente saremmo in grado di osservarci e tentare di reimpostare alcuni dei nostri comportamenti. Inutile, però, prendersi in giro: smettere di procrastinare è incredibilmente difficile e per nulla immediato. Non basta sapere di essere procrastinatori, per essere in salvo. Ciò che è possibile fare, però, cercare di non pensare ai noi stessi del futuro come a qualcuno di incredibilmente vicino e non come a una 'discarica temporale' delle nostre disgrazie. Empatizzare con il sé delle settimane che verranno, anche se apparentemente ridicolo, ci aiuterà a focalizzarci meglio sulle nostre responsabilità attuali.

Infine, sarebbe anche il caso di ricordare che non è necessario essere sempre di buonumore prima di impegnarsi per raggiungere un obiettivo. Spesso, difatti, dovremmo scendere a patti con il fatto che le nostre azioni dovrebbero sopravvivere alle cattive giornate. Concentrarsi sulle attività, piuttosto che sul nostro stato d'animo, ci guiderà verso la meta. L'ultimo consiglio degli esperti è forse il più scontato: bisogna essere umili. La procrastinazione, difatti, spesso riguarda piccole azioni noiose che precedono e sono alla base di progetti più impegnativi e, soprattutto, più gratificanti. Sarebbe necessario ricordare che ogni grande impresa si basa su piccole e precise azioni quotidiane.

Il celebre blogger Tim Urban, a proposito di questo argomento, direbbe: "Nessuno costruisce una casa. Si posa mattone dopo mattone e la casa è il risultato finale. I procrastinatori hanno grandi progetti: adorano fantasticare sulla splendida villa che un giorno avranno costruito, ma quello che devono diventare sono gli operai edili che metodicamente e con determinazione posano un mattone dopo l’altro, giorno dopo giorno, senza arrendersi finché la casa non è finita."