Fare sport, in generale, è una pratica salutare. L'importante però è non esagerare, altrimenti si rischia l'effetto opposto. A chiarirlo è un recente studio dell'Università Mayo, negli Stati Uniti, che ha visto la partecipazione di oltre 3.000 volontari. La ricerca, denominata C.A.R.D.I.A., acronimo per indicare Coronary Artery Risk Development in Young Adult Study, sentenzia che praticare sport per più di 7 ore alla settimana aumenta la possibilità di contrarre infarti o Ictus. Tutta colpa dell'incremento di rischio delle calcificazioni nelle arterie coronariche.

A soffrirne maggiormente i maschi.

Cuore a rischio se fai troppo sport

I ricercatori statunitensi della Mayo University, in Minnesota, hanno pochi dubbi: lo sport in eccesso è tra i principali fattori di rischio per infarto e ictus. Stabilito anche il limite di ore oltre le quali è sconsigliato andare: sette. Entro i limiti, lo sport rimane una pratica consigliata a tutti. Se ci si spinge oltre, potrebbero arrivare guai ben peggiori. Cartellino rosso dunque per chi va tutti i giorni in palestra, per più di un'ora di attività. Allo stesso modo i podisti, da chi pratica jogging a livello amatoriale agli sportivi.

Lo studio ha interessato 3.200 volontari e vanta analisi e statistiche degli ultimi 25 anni.

Infatti, i partecipanti al test scientifico sono stati costantemente monitorati dal 1985 fino al 2011. All'inizio della ricerca, le persone avevano un'età compresa fra i 18 e 33 anni. Venticinque anni dopo avevano tutti superato i famosi -anta. Complessivamente, sono stati individuati tre gruppi. Il primo raggruppava persone che praticavano sport per meno di 150 minuti a settimana.

Nel secondo invece quei soggetti che rispettavano il limite consigliato dei 150 minuti. Infine, nel terzo gruppo, tutti coloro che superavano la soglia di attenzione delle 7 ore.

Rischio di calcificazioni nelle arterie coronariche superiore al 27 per cento

Il terzo gruppo, rispetto ai primi due, presentava un rischio di calcificazioni nelle arterie coronariche più alto del 27 per cento.

Una percentuale che quasi triplicava negli individui di etnia caucasica, che saliva fino all'86 per cento. Sono attesi nuovi studi nei prossimi mesi, finalizzati ad approfondire la questione e trovare la giusta ricetta. Lo studio della Mayo University è stato pubblicato sulla rivista scientifica Mayo Clinic Proceedings, la cui lettura è disponibile direttamente sul sito ufficiale, all'indirizzo web mayoclinicproceedings.org.